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La stazione di Carrara-Avenza, citata nei documenti di Rete Ferroviaria Italiana anche semplicemente come Carrara[1] o alternativamente Carrara AV.,[2] è una fermata ferroviaria posta sulla ferrovia Genova-Pisa.

Carrara-Avenza
stazione ferroviaria
già Apuania Carrara (1939-1949)
già Avenza (1862-1926)
già Avenza-Carrara (1862-1926)
Veduta del fabbricato viaggiatori da via Filippo Turati
Localizzazione
Stato Italia
LocalitàCarrara, frazione Avenza
Coordinate44°03′04.38″N 10°03′46.2″E
Altitudine18 m s.l.m.
LineeGenova-Pisa
Avenza-Carrara (1866-1970)
Marmifera (1876-1964)
Raccordi della Zona Industriale Apuana (1938-1992)
Storia
Stato attualein uso
Attivazione1862
Caratteristiche
TipoFermata in superficie, passante
Binari2[A 1]
GestoriRete Ferroviaria Italiana (1º luglio 2001)
OperatoriTrenitalia (maggio 2000)
Accessibilità accessibile alle persone con disabilità motorie se aiutate
InterscambiAutobus urbani e interurbani AT, taxi
DintorniCentro storico di Avenza
Torrente Carrione
Strada statale 1 Via Aurelia
NoteStazione ferroviaria fino al 21 dicembre 2012
Statistiche viaggiatori
al giorno~ 1 500 (2018)
FonteLa Voce Apuana[A 2]
 
Carrara-Avenza

In passato ha avuto un ruolo importante a servizio della città di Carrara e dell'adiacente zona industriale: fu inizialmente località di diramazione con il breve tronco diretto a San Martino, in seguito riutilizzato per il collegamento alla rete statale dalla ferrovia Marmifera, e fino ai primi anni novanta è stata anche collegata al sistema di raccordi della Zona Industriale Apuana, facente capo all'adiacente impianto di Massa Zona Industriale. È stata inoltre punto di interscambio con la tranvia Carrara-Marina di Carrara e in seguito con la filovia Carrara-Marinella di Sarzana.


Storia



Premesse


La storia della stazione iniziò ancor prima della sua costruzione, nel 1861, e fu piuttosto travagliata: rispetto ai progetti originari della Tirrenica, che prevedevano la tratta tra Massa e La Spezia in superficie e con le stazioni di Massa, Avenza, Sarzana e La Spezia Valdellora con diramazione da Avenza a Carrara, i massesi e carrarini richiedevano che la stazione di Massa, al tempo distante dal centro abitato, venisse avvicinata e che la strada ferrata, andando verso Carrara, si dirigesse verso le colline che dividevano le due città e che fossero collegate direttamente tramite un traforo nella collina San Lorenzo.[3][4]

Tuttavia, alle richieste della popolazione si presentò un irrevocabile rifiuto da parte del Ministero dei lavori pubblici, che considerava la modifica troppo onerosa e non sostenibile nella realizzazione per quanto riguardava i costi, i mezzi e le tempistiche. Ciò provocò malcontento seguito da diverse manifestazioni e tumulti.[5] A Massa la "questione ferroviaria" si concluse il 1º novembre del 1862, quando arrivò alla stazione cittadina il primo treno inaugurale.[6] Di conseguenza il traforo non venne realizzato e la stazione di Massa rimase nell'ubicazione prevista dai progetti della linea.[7]

Anche a Carrara vi furono diverse problematiche riguardo alla costruenda ferrovia, come la collocazione della stazione di Avenza, se a destra o a sinistra del torrente Carrione. Secondo alcuni esperti dell'epoca, a sinistra sarebbe stata meno lontana dal centro mentre a destra sarebbe stata più comoda per il commercio dei marmi. Venne poi scelta la sponda destra (in direzione mare).[7]

Al precedente rifiuto del Ministero, la popolazione continuò a manifestare malcontento: difatti la sede destinata all'impianto sarebbe stata distante almeno quattro chilometri dal centro di Carrara.[7] Anche a causa delle manifestazioni, la città rischiò di non ricevere né la modifica al tracciato della Tirrenica né il tronco sussidiario Avenza-Carrara, considerato dallo Stato del tutto inutile e oneroso. Dato che la modifica della tratta principale sarebbe stata comunque impossibile, per non perdere anche la diramazione verso il centro, il 15 luglio 1862 la municipalità carrarese inviò una lettera al prefetto perché interessasse il Ministero alla costruzione del tronco.[8]


Inaugurazione e primo esercizio


Il fabbricato viaggiatori visto dal viale Garibaldi (poi via Filippo Turati) nel 1917
Il fabbricato viaggiatori visto dal viale Garibaldi (poi via Filippo Turati) nel 1917

La stazione venne aperta all'esercizio venerdì 26 dicembre 1862,[9][10][11][12][13][14] con un edificio provvisorio in legno[9] (menzionato come "la baracca di legno della Piombara", in riferimento alla vicina strada omonima)[13] e sotto la gestione della Società Anonima delle Strade Ferrate Livornesi con la denominazione di "Avenza-Carrara", anche se all'epoca veniva spesso citata semplicemente come "Avenza".[15][16] L'impianto rimase capolinea della linea da Pisa fino all'inaugurazione completa del tronco fino a Sarzana, il 15 maggio 1863.[6]

Il 17 luglio 1863, circa due mesi dopo l'attivazione completa della tratta da Massa fino a Sarzana, iniziarono i lavori per la costruzione della ferrovia Avenza-Carrara, il tronco di 4499 m di diramazione per San Martino,[17] approvato con decreto ministeriale nella stessa data;[18] in tale occasione vennero effettuati vari ampliamenti al piazzale dell'appena inaugurata stazione, che comprendevano la realizzazione del binario di corsa della costruenda linea,[19] una rimessa con due compartimenti, uno adibito alla trazione con annessa fossa da visita e l'altro per e vetture viaggiatori e una "callaia per merci" identica a quella prevista per la stazione di San Martino.[20]

Mentre già al 1º giugno 1864 la località venne definita completa per quanto riguardava il servizio della ferrovia ligure[21] e il 10 settembre 1866 divenne poi punto di diramazione con il centro di Carrara: la linea entrò anch'essa in esercizio a cura della Società per le Strade Ferrate Romane con capolinea alla stazione di Carrara San Martino, allora denominata "Carrara Città".[9][6] Tuttavia, tre anni dopo, la stazione e la già citata linea passarono in gestione alla Società per le Ferrovie dell'Alta Italia a causa dei problemi economici di SFR.

Il 1º maggio 1871 re Vittorio Emanuele II di Savoia decretò l'inizio della costruzione dei primi due tronconi della ferrovia Marmifera da Piastra fino ad Avenza e da lì fino allo scalo di Marina di Carrara, raccordandosi con la preesistente linea statale da San Martino.[22][23][24][25] Durante la costruzione di questi primi due tronconi venne realizzato anche il sottopasso ferroviario della Tirrenica, connesso alla tratta Avenza-Marina di Carrara.[26][27][28]

Negli anni successivi la stazione venne man mano dotata di strutture fondamentali per il traffico merci, come una gru fissa per il carico e scarico – installata nel 1883 e che comportò anche l'ampliamento del piano caricatore dell'Avenza-Carrara e relativo binario tronco[29] – e un ponte a bilico per la pesatura dei carri, installati tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta dell'Ottocento dal gestore dell'infrastruttura a seguito di una segnalazione.[30] Nel 1885 la gestione dell'impianto mutò nuovamente dalla Società per le Ferrovie dell'Alta Italia alla Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo che, quattro anni dopo, portò a termine il raddoppio di binario fino a Sarzana configurando la località come stazione di passaggio dal doppio al semplice binario;[31] questa si occupò anche dell'appalto per la costruzione delle latrine, poi aggiudicato a Paolo Gemignani di Viareggio.[32]

Al 1º gennaio 1894 gli impianti e il piazzale di stazione erano così disposti:[33]

Planimetria della stazione datata 1º gennaio 1894[33]
NumeroTipoNote
Linee 2 (SFM) + 1 (FMC)Linee Genova-Pisa / Avenza-Carrara, Marmifera
Apparati centrali AssentiAssentiPiazzale completamente a mano
Binari 7 + 5 aste (SFM) + 1 (FMC)L'area di competenza di FMC era isolata dal piazzale SFM da una recinzione e accessibile tramite cancello pur rimanendo collegata tramite un binario di raccordo.[34]
Deviatoi 15 (SFM) + 3 (FMC)Semplici
1 (SFM)TriploDeviatoio 6
2 (SFM)InglesiDoppio (deviatoi 14 e 16)
Intersezioni 1 (SFM)ObliquaTra i deviatoi 11 e 16, sul terzo binario
3 (SFM)RetteCome parte del binario perpendicolare d'accesso allo scalo merci
Banchine 3Una laterale e due mediane
Piattaforme girevoli 3Diametro 4 m (bin. 4), 5 m (bin. scalo) e 5,5 m (asta bin. 7)
Impianto idrico 1Torre dell'acqua capacità 350 
Gru 2A catenePortata 10 t
Fabbricati 3FV + latrine + casa cantoniera
Piani di carico 2Linee Genova-Pisa ed Avenza-Carrara

Si envince dalla planimetria come le infrastrutture fossero in uno stato primitivo rispetto a successive configurazioni. Ben evidente la banchina intermedia tra i primi due binari e la diversa conformazione del piazzale: il terzo binario costituito come di corretto tracciato per la linea per San Martino, il passaggio dal doppio a semplice binario lato Pisa e il numero ridotto di binari in generale. Diversa era anche la configurazione dello scalo merci, dotato del solo piano di carico e di due tronchini, accessibili con un sistema di piattaforme girevoli collegate tra loro con un binario che attraversava perpendicolarmente i primi tre.

Inoltre il piazzale era spartito, seppur in piccola parte, tra SFM ed FMC, questa proprietaria della sua linea e di un binario che faceva da interconnessione tra la sua area e quella della Rete Mediterranea. Con la cessazione della Marmifera nel 1964 e poco prima della chiusura della linea per Carrara centro, quest'area verrà acquistata dalle Ferrovie dello Stato per aumentare le potenzialità di carico della stazione, diventando parte del piazzale a tutti gli effetti.[35]

Nonostante l'impianto cominciasse a prendere forma e diventasse gradualmente più efficiente per quanto riguardava la gestione del movimento, all'inizio del XX secolo il piazzale era sempre più frequentemente ingombro di carri e vi erano non poche difficoltà nel gestire il traffico proveniente dalle tre linee (Marmifera, Avenza-Carrara e Genova-Pisa):[23] risultavano infatti 14 corse giornaliere per Carrara, il traffico di marmo della Marmifera, tutti i treni della Tirrenica in transito più le manovre per la composizione dei convogli, che rallentavano molto il traffico;[36] Per far fronte a questi problemi le Strade Ferrate del Mediterraneo, nel 1903, approvò un progetto di ampliamento per entrambe le stazioni di Avenza e Carrara Città,[37] per il servizio merci a piccola velocità[38] lo spostamento di 250 m lato Massa del "disco di protezione" nel tentativo di ampliare la capacità dei binari di corsa per le manovre[39][A 3] e la sostituzione della travata sul Carrione.[40] L'anno successivo stipulò un contratto con l'ingegnere massese Paolo Margara per l'ulteriore ampliamento del traffico merci a piccola velocità,[41] che come conseguenza portarono al completo rinnovo dell'armamento e sostituzione dell'originaria gru da 10 t, materiale che venne riutilizzato per la stazione di Savona Letimbro.[42]


Gestione sotto le Ferrovie dello Stato


Cartoline storiche della stazione di Avenza negli anni venti, si può notare la linea aerea in fase d'installazione

Nel 1905 le neonate Ferrovie dello Stato acquisirono gran parte della rete ferroviaria nazionale, di cui facevano parte la Genova-Pisa e la diramazione per Carrara e, per far fronte ai già citati problemi di gestione del traffico, iniziarono degli studi per ampliamenti e sistemazioni generali per entrambe le stazioni,[43] prevedendo, in particolare per Avenza, essendo quella più in difficoltà, l'installazione di un apparato centrale.[44] Era inoltre in corso di stipulazione la durata di concessione del raccordo Faggioni (corrispondente al successivo raccordo Montecatini / IMEG), il cui deviatoio d'innesto era posto circa 100 m dopo il passaggio a livello in direzione Pisa, alla progressiva chilometrica 146+520.[45] Non mancarono inoltre le modifiche ai treni stessi per alleggerire l'impianto, ad esempio nel 1907 vennero modificati i treni per Carrara mettendoli in coincidenza ad Avenza e sopprimendo due treni speciali.[46]

Nel 1908 tra il personale assegnato alla stazione figuravano 4 deviatori, un manovratore, 4 applicati di cui un aiuto, 2 untori, 2 capisquadra per le merci, 4 manovali e un'addetta alla gestione dei servizi igienici. Risultavano inoltre un verificatore assegnato alla Squadra Rialzo e un manovale assegnato al deposito locomotive.[47]

La seconda metà degli anni dieci fu in generale un periodo caratterizzato da continui interventi di miglioramento, manutenzione e di ampliamento del servizio offerto: dal 1º marzo 1915 la stazione venne annessa al servizio ferroviario-marittimo con la Sardegna,[48] il 28 ottobre successivo si decise di ampliare ulteriormente il servizio trazione e merci, contemporaneamente vennero stanziate 176 000 lire per la sistemazione del ponte sul fiume Carrione con murature e lavori in cemento armato.[49] Tra il 1917 e il 1918 vennero sostituiti gli organi di pompaggio annessi all'impianto di rifornimento, reputati insufficienti, e migliorati i fabbricati dormitorio per il personale di macchina e di linea.[50]

Inoltre, a partire dal 20 maggio 1915, nei sottovia stradali del viale XX Settembre, non ancora del tutto completati,[51] nel piazzale nord della stazione, iniziarono a transitare i convogli della tranvia elettrica concessa al comune di Carrara per il collegamento con la località Paradiso a Marina di Carrara;[52] lunga 6,3 km, la tranvia era elettrificata alla tensione continua di 600 V e dotata dello scartamento standard tranviario di 1445 mm. Era anche in progetto una diramazione che raggiungesse il piazzale esterno della stazione per favorire l'interscambio treno-tram,[53] realizzata e attivata solo il 19 gennaio 1928.[54]


Periodo fascista


Veduta della stazione a fine anni venti, dopo l'attivazione della trazione elettrica. Sono stati aggiunti i nuovi pannelli con l'allora nuovo nome di Carrara-Avenza sotto la pensilina
Veduta della stazione a fine anni venti, dopo l'attivazione della trazione elettrica. Sono stati aggiunti i nuovi pannelli con l'allora nuovo nome di "Carrara-Avenza" sotto la pensilina

Alle origini del fascismo, la stazione fu teatro di alcuni eventi di violenza, seppur non di grave entità. Il primo di questi si verificò nella notte del 21 luglio 1921, in occasione dei fatti di Sarzana: nel piazzale della stazione si riunirono i fascisti di Livorno, Pisa, Massa e Carrara insieme a quelli provenienti da Firenze, Lucca e Pescia, costituendo una colonna di 500 / 600 unità circa che, verso le ore 2:00 del mattino, si diresse verso Sarzana camminando lungo la sede ferroviaria.[55]

In quegli anni le FS predisposero vari lavori per l'ampliamento e sistemazione dei piazzali di varie stazioni, tra cui quello di Avenza, in previsione dell'attivazione del nuovo sistema di trazione trifase.[56] Successivamente, il 1º dicembre 1924, la stazione cambiò denominazione in "Carrara-Avenza",[57][58] con conseguente modifica dei pannelli indicatori, fino ad allora recanti il nome originario di "Avenza-Carrara".[59][60]

L'elettrificazione del piazzale venne decisa e realizzata nel 1925 con un accordo tra FS e FMC, al tempo le due società, tramite accordi, gestivano il movimento dei treni nonché le loro rispettive porzioni di piazzale.[26][61] Poco dopo cominciarono i lavori per l'installazione della linea aerea di contatto, alimentata alla tensione alternata trifase di 3600 V, che risultarono terminati nel marzo del 1926.[62] Venne poi edificata anche la sottostazione elettrica dedicata in direzione Pisa[63][64][65] e dal successivo aprile l'elettrificazione venne attivata su tutto il tratto di linea dalla vecchia stazione di Viareggio a La Spezia Centrale.[66] Al 30 giugno del 1926 risultavano in corso dei lavori di ampliamento riguardanti il ponte sul fiume Carrione per ospitare un numero maggiore di binari.[67]

Da una statistica dell'esercizio effettuata dalle FS a metà anni venti, il piazzale di stazione risultava disporre di:[68]

NumeroTipoNote
Linee 2 + 1FS / FMCLinee Genova-Pisa / Avenza-Carrara, Marmifera
Apparati centrali 19 leve per segnali, 6 leve per deviatoi e 1 leva di scorta
Binari Servizio MovimentoLunghezza complessiva 1933 m
Servizio TrazioneLunghezza complessiva 150 m
Deviatoi 24Semplici
2Inglesi1 semplice e 1 doppio
Piattaforme girevoli 2Da 5,5 m
Ponti a bilico 2A rotaia continuaCapacità compresa tra le 20 t e le 30 t
Sagome limite 1Profilo FSSeparata su due stanti
Rifornitori idrici 2Capacità complessiva di 100 
Gru 2Idrauliche fisseCapacità oltre le 6 t
Magazzini 1Area 104 , perimetro di accosto per il binario 18 m
Piani di carico 2NormaliArea complessiva 2224 , perimetro di accosto complessivo 140 m
1DirettoPerimetro di accosto 78 m

Nel mese di settembre 1926 si verificò il secondo evento di natura fascista degno di nota: una squadra di militanti si recò alla stazione per distruggere i pannelli indicatori e sostituirli poi con altri con su scritto solo "Carrara": all'origine di tale reazione c'era stato l'attentato a Mussolini, ad opera dell'avenzino Gino Lucetti, accaduto l'11 settembre, che aveva causato la criminalizzazione della popolazione di Avenza, di spirito fortemente antifascista.[69]

Già all'inizio del decennio, le Ferrovie dello Stato decisero di indire un concorso interno a punti per l'abbellimento e il decoro degli impianti ferroviari della rete nazionale, concorso che la stazione di Avenza vinse nel 1927 con un premio consistente in una medaglia d'oro e 500 lire.[70] Lo stesso concorso venne vinto nuovamente nel 1981.

Elettrificazione trifase del piazzale sud di stazione l'8 marzo 1926
Elettrificazione trifase del piazzale sud di stazione l'8 marzo 1926

All'inizio degli anni trenta la stazione venne interessata da alcuni lavori di ammodernamento, tra cui la demolizione dell'originaria pensilina in ferro e sua sostituzione con una nuova,[71] per un costo di 42 000 lire,[72] mentre era in corso una gara d'appalto per la parziale copertura del piano caricatore FS tramite l'estensione del tetto del magazzino merci,[73] edificato negli anni venti, dei lavori murari e di miglioramento degli impianti di sicurezza di stazione.[74][75] Nel 1934 viene dotata di un impianto di distributori di benzina per gli automotori assegnati alle manovre nell'ambito della località.[76]

A metà anni trenta, Osvaldo Sebastiani, segretario particolare di Mussolini, pensò alla costruzione di uno stabilimento che fornisse parti di ricambio per le Ferrovie dello Stato nei pressi dell'impianto ferroviario, idea che poi si tramutò nel 1939 nella Zona Industriale Apuana.[77] Con la creazione di quest'ultima, la stazione vide dei significativi ampliamenti al piazzale,[78] la creazione dei raccordi Montecatini Calciocianamide, Cementerie Apuane e Fibronit[79] (denominata internamente area "campagna")[80] e il collegamento del tronchino dello scalo merci alla rete dei raccordi.[81][82] Grazie a queste importanti modifiche Avenza divenne uno dei punti d'origine della rete ferroviaria industriale e ottenne un nuovo collegamento con il porto di Carrara, il secondo dopo quello della Marmifera.[83][84]

Nel 1939 la stazione assunse la nuova denominazione di "Apuania Carrara" (a volte menzionata anche come "Apuania Avenza")[85] con l'istituzione del comune di Apuania, abbandonando il vecchio nome di "Carrara-Avenza",[58][86] mentre le FS si occupavano della sistemazione operativa della stazione: risultava infatti aperta una gara d'appalto per la sistemazione dell'esistente apparato centralizzato.[87] Contestualmente, risultava programmata l'installazione di nuovi apparati centrali elettrici ad Avenza, Massa Centro e Massa Zona Industriale.[88]

Il 12 maggio del 1944 l'abitato di Avenza subì un bombardamento da parte delle forze alleate che colpirono l'incrocio di viale XX Settembre con la via Provinciale Avenza-Sarzana, l'asilo Finelli e la zona adiacente alla stazione, provocando rovine, 52 morti, 56 feriti e lasciando 400 persone senza casa[89]; in aggiunta, l'interruzione della linea da Sarzana a Civitavecchia[90] e della linea per San Martino, oltre a diversi danni al piazzale.[91]


Dopoguerra


La stazione di Avenza negli anni trenta, con le nuove pensiline
La stazione di Avenza negli anni trenta, con le nuove pensiline

Con la fine della guerra le FS si misero subito all'opera per la riapertura delle infrastrutture danneggiate[92] e con l'aggiunta di miglioramenti tecnologici quali l'attivazione dell'esercizio con Dirigente Centrale sulla linea tra Livorno e La Spezia nel 1946, collegando l'impianto a mezzo di telefono selettivo con la stazione di Pisa Centrale, dove aveva sede la gestione della linea.[93] La precedente denominazione di "Carrara-Avenza" venne ripristinata nel 1949, dopo la soppressione della denominazione adottata nel 1946 di Apuania Carrara.[94]

Nella seconda metà degli anni quaranta, quando Carrara era ormai libera dai nazisti e sotto il controllo alleato, in occasione di uno sciopero generale, i partigiani locali attaccarono la stazione e danneggiarono alcuni binari del piazzale, manifestando il malcontento per la mancanza di lavoro.[95]

Il 22 aprile del 1948 la linea vide mutare il suo sistema di elettrificazione, da 3600 V alternata trifase a continua alla tensione di 3000 V e, contestualmente, tra il 1947 e il 1948, la zona di piazzale centralizzata venne estesa a mezzo di due apparati centrali elettrici in sostituzione del precedente apparato, ormai datato.[96]

Negli anni cinquanta la stazione venne interessata da grandi lavori di ammodernamento che compresero la completa ristrutturazione e ampliamento del fabbricato viaggiatori con un nuovo atrio e nuovi locali, apportando modifiche minori all'edicola,[97] la realizzazione del sottopassaggio tra le due banchine tra il 1958 e il 1959[98], eliminando successivamente uno dei due attraversamenti a raso fino ad allora presenti, il prolungamento della pensilina metallica sulla banchina intermedia in direzione Pisa[99] e la sistemazione dell'impianto di rifornimento idrico per le locomotive a vapore.[100]


Progressivo declino


Il servizio tranviario attivato nella metà degli anni dieci venne definitivamente soppresso nel 1955 a favore dell'impianto di una filovia[101] che si estendeva per una lunghezza di 10 km fino a Marinella di Sarzana con diramazione ad Avenza nel viale della stazione, riprendendo il vecchio tracciato della diramazione tranviaria. L'esercizio durò fino al 26 dicembre 1985.[102][103][104][105]

Il traffico proveniente dalla ferrovia Marmifera, sempre più ridotto negli anni data la crescente concorrenza del trasporto su gomma, fu soppresso il 15 maggio 1964;[101] la chiusura al traffico della diramazione verso Carrara San Martino, esercitata negli ultimi anni solo per il traffico merci, risale invece al 28 febbraio 1969,[106] dopo aver chiesto consenso nel 1962 di sopprimere la linea.[107] Il 28 dicembre dell'anno successivo la linea e la stazione di San Martino vennero definitivamente soppresse con DPR n. 1459 del Presidente della Repubblica.[108]

Nonostante il notevole calo di traffico causato dalla chiusura della Marmifera e della linea per il centro città, la stazione continuò ad avere un sostenuto traffico merci ed ampliamenti al piazzale ed annesse strutture, come l'edificazione nel 1965 di un fabbricato di sei alloggi per il personale di macchina e linea.[109]

Scorcio delle Alpi Apuane e dei binari del piazzale nord agli inizi degli anni '90
Scorcio delle Alpi Apuane e dei binari del piazzale nord agli inizi degli anni '90

All'inizio degli anni settanta risultavano in corso dei lavori di sistemazione, potenziamento e ampliamento che includevano il prolungamento dei binari di ricevimento e partenza del fascio merci,[110] anche in previsione dell'impianto del nuovo ACEI,[111][112] iniziati nel 1971 e terminati tre anni dopo.[113] Nel 1976 la stazione subì il totale riassetto degli apparati di comando e controllo del piazzale che comportò l'attivazione dell'apparato centrale elettrico a itinerari del tipo a pulsanti[114] presso l'ufficio movimento,[115] di costruzione A. Siliani di Firenze,[116] e la disattivazione dei due apparati centrali elettrici insieme alle cabine A – costituente l'ufficio movimento di stazione – e B, con la numerazione del posto di blocco mutata da 34 a 33.[117][116]

Nel 1987 la situazione dell'impianto cominciava a dare segni di precarietà, Alcide Angeloni, politico democristiano massese, lamentava come con l'entrata in vigore della nuova pianta organica per la dirigenza del movimento la stessa e quella di Massa Centro erano state declassate alla settima categoria (lasciando Massa Zona Industriale in ottava) e per Carrara-Avenza specificatamente erano state soppresse diverse fermate di treni viaggiatori, mentre per Massa Centro il compartimento di Firenze decise di ritirare l'automotore di stanza per le manovre; FS rispose che per Massa Centro erano in corso dei lavori di restauro per il fabbricato viaggiatori e di adeguamento per l'apparato centrale di stazione (di tipo ACEI) mentre l'automotore, effettivamente di scarsa utilità, era stato spostato a Massa Zona Industriale. Per Avenza erano in corso degli adeguamenti per i locali pubblici e per i prospetti esterni.[118]

Sul finire degli anni ottanta la stazione disponeva di:[119][120]

NumeroTipoNote
Linee 1 (+1)Genova-Pisa, raccordi Zona Industriale Apuana (questa declassata da binario indipendente a semplice raccordo). Le vecchie linee Avenza-Carrara e il binario per Fiorino della Marmifera sono state declassate ad aste di manovra. Il ramo FMC per Marina di Carrara risulta smantellato e non più presente
Apparati centrali 1ACEITipo I 0/15 prima serie a pulsanti
Binari 6CircolazioneDa 1 a 5 e 1p
2Secondari6 e 7
Deviatoi 20Semplici
2InglesiDoppi
Piattaforme girevoli 1Per accesso al raccordo Du Borck
Ponti a bilico 1A rotaia continuaCapacità 40 t
Sagome limite 1Profilo FSSeparata su due stanti
Magazzini 1
Piani di carico 2Linee Genova-Pisa ed ex Avenza-Carrara

La stazione svolgeva la funzione di posto di blocco (nº 33) essendo la linea ancora gestita con Blocco Elettrico Manuale; gli istrumenti di blocco erano collegati rispettivamente alle località confinanti di Luni e Massa Zona Industriale.[119]

Dal 1992 iniziarono i declassamenti:[121] dal 1º dicembre, con la progressiva perdita d'importanza dell'impianto, venne a cessare il traffico merci di maggiore rilievo con la disabilitazione effettiva dal servizio, penalizzando ulteriormente la situazione della stazione che dalla soppressione delle ferrovie Marmifera e Avenza-Carrara non era migliorata;[122] nel 1999 vennero inizialmente soppressi i raccordi Vulcania e Du Borck[123] mentre il raccordo SIMA venne soppresso all'inizio degli anni novanta.[124] Non molto dopo anche il binario 1p, ormai non più utilizzato, tagliando fuori l'impianto dalla Zona Industriale Apuana.[125]

Tra il 1993 e il 1995 vennero effettuati vari interventi di ammodernamento a livello nazionale riguardanti l'infrastruttura e gli apparati di sicurezza, in particolare a fine 1993 il tratto di linea da Avenza a Massa Centro e Sarzana venne banalizzato e attrezzato con blocco elettrico automatico a correnti codificate a 4 codici, ponendo fine al distanziamento operato tramite Blocco Elettrico Manuale,[126][127] in particolare verso Sarzana vennero realizzate sette sezioni di blocco e due verso Massa Zona Industriale.[128]

Dal 1996,[129] si pensò più volte di unificare la stazione di Avenza con quella di Massa Centro e di creare un unico grande impianto denominato stazione di Massa-Carrara, identificata in una delle due stazioni esistenti oppure in corrispondenza dello scalo merci di Massa Zona Industriale.[130] Tuttavia tale progetto divenne poi oggetto di polemiche,[131] e mai realizzato, come altri in seguito.


Anni 2000


Veduta interna della stazione nel 2009, qui i binari della Genova-Pisa e il fabbricato viaggiatori
Veduta interna della stazione nel 2009, qui i binari della Genova-Pisa e il fabbricato viaggiatori

Nel 2001 Rete Ferroviaria Italiana prese in gestione l'infrastruttura ferroviaria nazionale a seguito della scissione delle Ferrovie dello Stato in tante piccole società controllate. RFI tra il 2004 e il 2005 apportò vari lavori di ammodernamento estetici durante i quali vennero sostituiti i vecchi pannelli indicatori di località tipo FS con i nuovi, e rimuovendo la cabina esterna annessa all'ufficio movimento, presente dall'attivazione dell'apparato centrale elettrico a leve individuali.[132]

Il fascio merci negli anni successivi continuò a non venir più utilizzato regolarmente data la mancanza, già da diversi anni, di treni merci in origine e terminanti; nel 2008 il consigliere provinciale Cesare Micheloni chiese alla Regione, Provincia, Comune, Trenitalia e RFI di attuare un piano di riqualificazione dell'impianto, richiesta che non vide seguito immediato.[133] Il declino del traffico merci, con il quale non si riuscivano a garantire i volumi richiesti da RFI per il mantenimento dello scalo e il modello di esercizio adottato, che appunto non prevedeva treni con origine/destinazione da Carrara-Avenza,[134] imposero la trasformazione dell'impianto in fermata impresenziata e la conseguente soppressione del servizio movimento a partire dall'orario invernale entrato in vigore il 21 dicembre 2012.[135] Tuttavia i lavori di smantellamento parziale del piazzale terminarono in anticipo, a luglio dello stesso anno.[136]

Il fabbricato viaggiatori visto dall'esterno come si presenta dopo i lavori di restyling, nel 2022
Il fabbricato viaggiatori visto dall'esterno come si presenta dopo i lavori di restyling, nel 2022

Gli eventi riguardanti la fermata da allora tesero ad attenuarsi, con una singolare parentesi accaduta il 20 febbraio 2015 riguardante il ritrovamento di una bomba inesplosa risalente alla seconda guerra mondiale, mentre erano attivi i preparativi dei lavori per l'adeguamento della sezione idraulica del ponte sul Carrione dal 12 dicembre scorso.[137] Tale ordigno venne poi fatto brillare il 1º marzo dello stesso anno dopo l'evacuazione dell'intera area.[138][139] I lavori ripresero a seguito della rimozione della bomba e terminarono per la fine dello stesso anno.[137]

Da settembre 2016 fino a febbraio 2018 l'impianto è stato oggetto di importanti lavori di riqualificazione che hanno riguardato l'abbattimento delle barriere architettoniche per l'accessibilità alle persone con mobilità ridotta sia ai treni che al fabbricato viaggiatori stesso, l'innalzamento e l'adeguamento delle banchine agli standard europei con mappe tattili per non vedenti,[140] l'installazione di due ascensori dalle banchine al sottopassaggio, anch'esso riqualificato[141][142][143] e vari altri interventi estetici quali la completa ristrutturazione interna ed esterna del fabbricato viaggiatori (la maggiore da metà anni cinquanta), delle pensiline e del magazzino merci, con il completo rinnovamento del sistema di annunci sonori e dell'illuminazione. La reinaugurazione avvenne il 6 giugno 2018 con la presenza dell'assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, del sindaco di Carrara Francesco De Pasquale e del Direttore Produzione Toscana di RFI Efisio Murgia;[141] il costo totale dei lavori è stato pari a 2,5 milioni di euro.[144]

Il 12 agosto 2020 il Comune si pose nuovi obbiettivi per il miglioramento dell'accessibilità dell'impianto quali un accesso lato nord, il riutilizzo dell'ex sedime per un parcheggio di scambio e la chiusura del passaggio a livello tramite un sottopasso.[145]


Strutture e impianti


Veduta generale della fermata dopo i lavori di riqualificazione del 2017/2018
Veduta generale della fermata dopo i lavori di riqualificazione del 2017/2018

Caratteristiche generali


La fermata dispone un fabbricato viaggiatori e di due binari di linea,[146] il primo dedicato prevalentemente ai treni per La Spezia Centrale, il secondo a quelli per Pisa Centrale. Essi dispongono di banchine coperte da pensiline in ferro e sono collegate tramite sottopassaggio e due ascensori.[147]

Fino a luglio 2012,[136] erano presenti altri tre binari di circolazione, di cui il terzo normalmente utilizzato per l'effettuazione di precedenze e come capolinea per i treni da e per Firenze, e altri vari binari secondari dedicati al trasporto merci. Tali binari vennero parzialmente rimossi in occasione del declassamento nell'estate del 2012 e rimossi definitivamente nel 2017 con i lavori di riqualificazione. Vennero lasciati intatti solo parte dei deviatoi in uscita lato La Spezia e il vecchio binario diretto a Carrara San Martino, ridotto ad asta di manovra in prossimità dei ponti di Anderlino.

La fermata disponeva di uno scalo merci con un piano caricatore, un magazzino e un binario tronco che garantiva l'accesso non solo allo stesso ma anche a una segheria retrostante la stazione (Frugoli) e ad un'altra sita nei pressi del passaggio a livello (SIMA).[119][120] Tale binario era utilizzato anche per l'effettuazione di precedenze nel senso pari,[115] e inizialmente parte terminale del binario indipendente dedicato alle tradotte da e per Massa Zona Industriale e con la Zona Industriale Apuana in sé. Dall'inizio degli anni novanta il servizio merci venne soppresso e lo scalo perse la sua funzione originaria: il magazzino venne poi parzialmente riconvertito in ristorante per il Dopolavoro Ferroviario, attivo fino al 2018 e poi trasferito a Marina di Carrara,[A 4] e dal piano caricatore venne ricavato un parcheggio riservato al personale di servizio.[148] Il tronchino venne dismesso nei primi anni 2000,[125] in quanto era venuto a cessare il traffico per il raccordo Frugoli, quello per la Zona Industriale Apuana e l'esigenza di effettuare precedenze su quel binario, in quanto la linea era stata resa banalizzata con la possibilità di effettuare marce parallele già nella prima metà degli anni novanta. Nel 2007 da parte del sedime venne ricavato l'allungamento della banchina.[149]

Lato La Spezia era presente un ulteriore piano caricatore, dedicato fino al 1969 alla linea per Carrara San Martino e in seguito per altra merce relativa al processo di estrazione del marmo alle cave, come ad esempio la sabbia,[150] e originariamente dotato di una gru capace di sollevare fino a 10 t,[33] poi trasferita a Savona Letimbro.[42]


Ubicazione e pendenze


L'asse del fabbricato viaggiatori si trova alla progressiva chilometrica 146+997,51[119][120][151] a 18 metri sul livello del mare,[152][153] in entrambe le direzioni Pisa e La Spezia la linea tende a scendere con una pendenza intorno al 6 per mille, rispettivamente 6‰ lato Pisa tra le chilometriche 145+992 e 146+792 e 6,5‰ lato La Spezia tra le progressive 147+270 e 147+976. Tali pendenze sono calcolate tra il ponte sul Carrione e il segnale di protezione lato Pisa e tra il ponte sul viale XX Settembre e il segnale di protezione lato La Spezia (sulla planimetria entrambi raffigurati con ale semaforiche di 1ª categoria).[120]


Configurazione di piazzale


Piano schematico della stazioneFonti di riferimento:[119][120][154][2][80][155][156]
Piano schematico della stazione
Fonti di riferimento:[119][120][154][2][80][155][156]
Piano schematico riportante in maniera approssimativa la cronologia delle soppressioni riguardanti le infrastrutture di piazzale
Piano schematico riportante in maniera approssimativa la cronologia delle soppressioni riguardanti le infrastrutture di piazzale
Suddivisione binari e loro capacità[115][80]
Binario Lunghezza Note
Metri[A 5]Assi
1p430[A 6]78[A 7]Di circolazione, utilizzato per le precedenze nel senso pari, corrispondente al binario per lo scalo merci
I593110Di linea
II45980Di linea
III38570Di circolazione, utilizzato per l'effettuazione di precedenze
IV41176[A 8]Di stazionamento
V41176[A 9]Di stazionamento
VI32476[A 10]Di stazionamento (parzialmente centralizzato)
VIINDNDSecondario

Il dispositivo d'armamento era suddiviso, dall'attivazione dell'ACEI e al tempo della sua massima operatività, in due zone: centralizzata e a mano. La zona centralizzata si componeva di 6 binari di circolazione (da 1 a 5 e 1p, dove P sta per pari e utilizzato per le precedenze in tale senso di marcia)[114] attrezzati con segnalamento luminoso di 1ª categoria e basso di manovra,[157] la zona a mano comprendeva i binari 6 e 7 e tutte le varie aste di manovra e raccordi lato Pisa e La Spezia.[119][114] Tra tali zone era garantita l'indipendenza a mezzo di due comunicazioni (deviatoi 4a-b e 13a-b) collocate lato Spezia e Pisa e poste normalmente per il parallelismo.[114][A 11] I binari dal terzo al settimo, tra il primo e l'1p nonché in gran parte del piazzale a mano erano serviti da camminamenti in cemento per permettere di effettuare in sicurezza le operazioni di manovra, formazione treni e verifica veicoli, e in generale consentire gli spostamenti sul piazzale da parte del personale di servizio.[158]

Vi erano anche altri binari tronchi per lo stazionamento di materiale rotabile e altri che davano accesso a strutture come il ponte a bilico con la sagoma limite, la rimessa e la fu sottostazione elettrica; erano presenti inoltre vari raccordi con aziende collocate nelle vicinanze del piazzale il che rendeva l'impianto uno scalo terminale di tipo raccordato a tutti gli effetti. Lato Pisa era presente la "campagna",[80] la cui realizzazione risale al 1938 con la creazione della Zona Industriale Apuana,[79] costituita fino all'inizio degli anni duemila da un binario dorsale che dava accesso ad ulteriori tre aziende servite da altrettanti raccordi.[119][120] In seguito i raccordi Fibronit e Cementerie Apuane vennero soppressi e l'intera area "campagna" acquistata dalla Spintermar, insediatasi in parte dell'area ex Ferroleghe, che decise di realizzare un fascio di quattro binari per la presa e consegna dei propri treni. Completava il piazzale sud la continuazione del binario 1p verso il sistema di raccordi della Zona Industriale.[119][120]


Enti

Il piazzale si componeva nel complesso di 48 deviatoi, 6 scarpe fermacarri, 24 segnali bassi luminosi fissi[157] e 22 segnali luminosi, oltre che di altri impianti fissi.[159][119][120]


Segnalamento

In origine la stazione disponeva dei soli dischi di protezione per permettere l'accesso ai treni, poi licenziati in loco dal capostazione.[39] Successivamente venne installato il vero e proprio segnalamento di tipo semaforico con avviso, protezione e partenza.[62] Con l'avvento del sistema ACE, questo venne sostituito dal segnalamento di tipo luminoso e la prima implementazione del segnalamento basso per le manovre, costituito da marmotte.[160] Con l'attivazione dell'ACEI i segnali bassi girevoli vennero sostituiti da segnali bassi luminosi con modifiche al segnalamento di 1ª categoria.[119]

Il segnalamento, a partire dalla banalizzazione della linea, era così composto:[157][159]

Tipo NumeroNote
Bassi 24Del tipo basso luminoso
Alti
Avviso 4Permissivi di blocco automatico (di 1ª categoria) a due luci con avviso accoppiato verso la protezione
Protezione 4A due luci con avviso accoppiato verso i segnali di partenza, inizialmente con segnali di chiamata[A 12] poi integrati con segnali di permissività temporanea.[161] Tutti i binari di circolazione più il VI disponevano di segnale di partenza dedicato (compresi gli intermedi H, M, N e O)[161]
Partenza 14A luce singola, i segnali riferiti ai binari I e II erano a due luci. Avevano avviso accoppiato verso i segnali permissivi di linea (esclusi gli intermedi H, M, N e O). Il segnale P aveva funzione di segnale di partenza comune a più binari[162]
Totale 46

Dal 21 dicembre 2012, i segnali di protezione e partenza sono stati in parte sostituiti da segnali permissivi di blocco automatico (gli avvisi e protezione lato La Spezia con le partenze lato Pisa) e in parte soppressi (gli avvisi e protezione lato Pisa con le partenze lato La Spezia).[135] Infine tutti i segnali non relativi ai binari di linea e quelli bassi di manovra sono stati soppressi.[135]


Deviatoi centralizzati

Nome[A 13]BinarioTipo armamentoTangenteCassa[159]Intallonabilità[159]Note
La Spezia
6a-bII / IT. 60 U0.092P64A comandoAggiunti in seguito alla banalizzazione della linea
1a-bII / IT. 60 U0.092P64A comando
2a-bIII / IIT. 60 U0.092P64A comando
3a-bIV / IIIFS / T. 60 U0.10 / 0.092L63 / P64No / a comando
4a-bV / IVFS0.10L63NoCollegati al dispositivo "Dev. 4", che consentiva l'immobilizzazione da parte del personale di manovra nella posizione normale per l'indipendenza tra zona centralizzata e a mano del piazzale nord[159][163]
5IVFS0.10L63No
Pisa
11a-bIII / IIT. 60 U0.092P64A comando
13a-bVI / VFS0.12L63NoGarantivano l'indipendenza tra zona centralizzata e a mano nel piazzale sud
14IVT. 60 U0.12P64NoOriginariamente inglese doppio per permettere l'inoltro diretto dal fascio merci ai raccordi della Zona Industriale Apuana[160]
16a-bIV / IIFS / T. 60 U0.10 / 0.092L63 / P64No / a comando
17a-b1p / IFS / T. 60 U0.10 / 0.092L63 / P64No / a comando
18a-bII / IT. 60 U0.092P64A comando
19a-bI / IIT. 60 U0.092P64A comando
Totale 24

I deviatoi intallonabili a comando erano posti sui binari 1, 2 e 3, dove venivano presi di punta con velocità d'inoltro maggiore di 60 km/h (per consistenza d'impianto, per i treni che impegnavano i deviatoi di punta anche a velocità inferiori a 60 km/h questi venivano comunque resi intallonabili).[159] Non esisteva ritorno automatico alla posizione normale per alcun deviatoio.[164]


Deviatoi a mano

DispositiviNome[A 13]BinarioTipo armamentoTangenteNote
Con fermadeviatoio elettrico[159] 101VIFS0.10Con fermadeviatoio per la posizione normale, parte dell'inglese semicentralizzato 101/201
102a-bVII / VIFS0.12Con fermadeviatoio per la posizione normale
103a-bVII / VIRA0.12 / 0.10Con fermadeviatoio per la posizione normale
104VIRA0.12Con fermadeviatoio per la posizione normale, d'accesso al raccordo Cellubloc
105a-bI / 1pT. 60 U / FS0.12 / 0.10Con fermadeviatoio per entrambe le posizioni, 105a intallonabile
1061pFS0.12Con fermadeviatoio per la posizione normale, d'accesso al raccordo Frugoli
107[119]1pFS0.12Con fermadeviatoio per la posizione normale, d'accesso al raccordo SIMA
1081pFS0.10Con fermadeviatoio per entrambe le posizioni, d'accesso a un'asta di manovra
Con fermascambio a chiave[159] 203, 204Binario raso FS0.12Comunicazione a mano per binario racc. Forti e Telara, con fermascambio per il ramo di destra
205VIIFS0.12D'accesso al racc. IE, con fermascambio per il ramo di destra
209VIIRA0.12D'accesso al racc. Vulcania, con fermascambio per il ramo di destra
210IVRA0.10Binario d'accesso alla "campagna", con fermascambio per il ramo di destra
211 Dorsale "campagna" RA0.10D'accesso al racc. Montecatini Calcio, con fermascambio per il ramo di destra
212RA0.12D'accesso al racc. Cementerie Apuane, con fermascambio per il ramo di destra
213[119]Racc. SIMAFS0.10Con fermascambio per il ramo di sinistra (per l'indipendenza), dotato di controllo elettrico di efficienza degli aghi
Liberi 201VIFS0.10Parte dell'inglese semicentralizzato 101/201
202VIIFS0.12D'accesso al binario raso (per racc. Telara e Forti)
206Racc. SSERA0.10D'accesso per la rimessa
207VIIFS0.12D'accesso per ponte a bilico e sagoma limite
208VIIFS0.10D'accesso per un'asta di ricovero
Totale 11 + 13

La maggior parte dei deviatoi a mano era dotata di fermascambio a chiave FS, questi ultimi tipicamente posti in corrispondenza dell'innesto dei vari raccordi, e i restanti erano liberi senza fermascambio. Erano numerati dal 201 in poi. I deviatoi e comunicazioni a mano posti sui binari di circolazione erano dotati di fermadeviatoio elettrico per il controllo della posizione all'atto della costruzione degli itinerari.

Completava il contesto l'area della "campagna" dove però, essendo zona privata della società Spintermar (trattata come raccordo da RFI) e pertanto non inclusa nelle planimetrie e piani schematici, nessuno dei deviatoi risultava avere una numerazione dedicata. In precedenza all'acquisizione dell'area da parte di Spintermar, i deviatoi d'accesso alla stessa (ancora menzionata come Montecatini Calciocianamide nella documentazione) e alle società Cementerie Apuane e Fibronit avevano numerazione propria e accompagnati da sbarre fermacarri.[119][120]


Staffe fermacarri

NomeNote
15 (racc. IMEG)Dotata di cassa di manovra elettrica tipo FS 38 modificata, applicata sulla rotaia di destra
Staffa sul binario 7Applicata sulla rotaia di destra
Staffa sul binario rasoApplicata sulla rotaia di destra
Staffa racc. TelaraApplicata sulla rotaia di destra, solo lato raccordo
Staffa racc. FortiApplicata sulla rotaia di destra, solo lato raccordo
Staffa annessa al deviatoio 108Applicata sulla rotaia di sinistra
Totale 6

Passaggi a livello

Il piazzale è attraversato dalla via provinciale Carrara-Avenza tramite un passaggio a livello centralizzato a barriere complete. È ubicato al chilometro 146+628 ed era munito di impianto televisivo e collegato ai segnali di protezione e partenza lato Pisa prima del declassamento.[128]

Dopo ciò, è stato riclassificato da PL di stazione ad automatico di linea, protetto da segnali di blocco automatico, mentre la sua chiusura e apertura non viene più comandata con la costruzione degli itinerari dall'ACEI ma direttamente al passaggio del treno tramite specifici pedali posti sul binario.[135]

Durante l'esercizio col blocco manuale, i segnali di partenza lato La Spezia erano vincolati allo stato d'efficienza di un PL di linea, poi soppresso, ubicato al km 149+955.[119]


Altre apparecchiature

Sul piazzale erano presenti due trasmettichiave, marcati "8" e "11".[165] Quello marcato 8 era un'unità bloccabile la cui chiave veniva sbloccata dal DM tramite la levetta per il fermadeviatoio 108, che consentiva sia di estrarre la chiave da introdurre nella vicina staffa fissa, sia di manovrare il deviatoio 108.[163] Quello marcato 11 era direttamente connesso al dispositivo per l'indipendenza "Dev. 4", la chiave veniva inserita e girata ogni qual volta si doveva effettuare un instradamento (o itinerario da o per il binario 6) ed estratta, eseguendo prima la manovra inversa nella serratura, quando la manovra era terminata.[163]

Erano poi presenti, in corrispondenza dell'entrata dell'ufficio movimento, sei armadietti per l'abbattimento della codifica sui binari di corsa al codice 180, contenenti le "chiavi di rallentamento" 11d, 12s, 13s/d, 14s/d, 15s/d, 16s/d.[166] Tali armadietti vennero rimossi al declassamento a fermata.


Impianti fissi

NomeNote
Ponte a bilicoA rotaia continua di costruzione 1922, portata 40 t, numero di serie 4381
Sagoma limite di carico[161]Posta su due stanti in corrispondenza del ponte a bilico
Piattaforma girevoleAnnessa al raccordo Du Borck, diametro 5,5 m
Impianti di rifornimentoIdrico: torre dell'acqua capacità 350  con riserva da 50 ,[68] colonnine capacità 100 [161]
Benzina: posto in prossimità della rimessa IE.[120] Impianti demoliti
GruA catene da 10 t sul piano caricatore della ferrovia Avenza-Carrara (trasferita a Savona Letimbro), altre due ad azionamento idraulico risultanti negli anni venti con capacità di carico oltre le 6 t

L'impianto era dotato di un impianto di rifornimento idrico per i treni a vapore e per quelli alimentati in corrente alternata trifase, dotato di una torre da 350  e un'altra in cemento armato di riserva da 50  attivata nel 1906,[167] poi demolito. Fino al 2017 dell'impianto di rifornimento rimasero solo le colonnine, la prima ubicata in direzione Pisa e la seconda in direzione La Spezia nei pressi del termine della banchina.[120] Nel 2007 queste risultavano ancora attive.[161] Tra gli impianti fissi figuravano inoltre un ponte a bilico con sagoma limite, una piccola piattaforma girevole (per il raccordo Cellubloc Du Borck) e delle gru al servizio dei piani di carico.[120]

Vista del piazzale lato La Spezia della stazione a metà anni venti, poco prima dell'attivazione dell'elettrificazione, e nel 2014 a due anni dal declassamento

Armamento

L'armamento era costituito da rotaie UNI 60 (armamento pesante) e traversine in cemento armato precompresso per i binari 1 e 2, da rotaie UNI 50 ed eguali traversine per i binari 3 e 4 e da rotaie FS 46 con traversine in legno per il resto del piazzale.[120] I deviatoi posti sui binari 1, 2 e 3 erano costituiti da armamento pesante (ad eccezione del deviatoio centralizzato 14, posto sul binario 4 e avente, per l'appunto, armamento pesante)[119] mentre il restante aveva armamento leggero tipo FS (o in alcuni casi RA) con tangenti 0.10 o 0.12.[120]


Infrastruttura TE

Veduta del piazzale sud nel 2014
Veduta del piazzale sud nel 2014

La stazione era delimitata da quattro portali TE collocati alle estremità del piazzale, rispettivamente lato La Spezia e Pisa, più due intermedi interni per un totale di quattro sezioni TE (due sul binario 1 e altrettante sul secondo). Per quanto riguarda il resto del piazzale tutti i binari di circolazione più il 6 e il 7 (secondari) disponevano di elettrificazione.[168]

Al 2010 i binari elettrificati oltre a quelli di corsa risultavano essere solo il 3, 4 e 5 mentre l'asta San Martino risultava essere accorciata a prima del ponte su viale XX Settembre. Il resto dell'elettrificazione, seppur presente, risultava soppressa.[169]


Raccordi

La stazione fungeva da collegamento alla ferrovia per 12 aziende, o stabilimenti: Carlo Telara, FortiMarmi, Fabricotti (in località Fiorino), Bering-Nicoli, Vulcania, Cellubloc Du Borck, IMEG, Frugoli e SIMA nelle immediate vicinanze del piazzale e operanti principalmente nel settore del marmo, mentre la Montecatini Calciocianamide, Cementerie Apuane e Fibronit erano poste nell'area "campagna" lato Pisa operanti nell'ambito della produzione e lavorazione di sostanze come l'acido solforico e fertilizzanti chimici.[120][80][119][154][155][156] Al 1968 la stazione risultava servire le aziende Cementeria Apuana Società Anonima CASA, ditta Oberon De Borck, S.p.A. Cementifera Italiana FIBRONIT, Frugoli, Manifatture Tabacchi di Lucca, S.r.L. Marmi Colorati, Montecatini-Edison - gruppi Marmi e Calciocianamide, Gaetano Venezia & Figli.[170]

Carlo Telara

Il raccordo era protetto da una staffa fissa assicurata da chiave FS,[119] internamente consisteva di un binario a servizio dell'azienda a cui era collegato anche un binario mobile che, manovrandolo, dava accesso ad altri due binari che s'inserivano direttamente nel piazzale di deposito dei marmi della società.[120][171]

Fabricotti

Stabilimento posto in località Fiorino e strettamente legato alla ferrovia Marmifera,[172] era dotato di un raddoppio di binario e di un binario perpendicolare accessibile tramite piattaforma girevole.[155]

Cellubloc Du Borck

Localizzato dopo il passaggio a livello, era raggiungibile tramite una piattaforma girevole[155][120] del diametro di circa 5 m e il cui binario era assicurato da una sbarra fermacarri.[119]

Frugoli

Di proprietà di Cesare Frugoli[173] e sita sulla sponda destra del Carrione nella zona lato mare dell'impianto, insieme al raccordo SIMA. Era collegata al binario 1p, protetto da sbarra fermacarri[119] e dotata del solo binario di accesso che si distaccava dal deviatoio 106 con un raggio di curvatura di 72 m. Era dotata di un piccolo piano caricatore e da una gru a perno dal raggio di 15 m.[120][173]

Cementerie Apuane

La seconda incontrata dopo la Spintermar e chiamata anche Italcementi, era protetta da una sbarra fermacarri[119][154] con a disposizione due binari paralleli, su uno dei quali era presente un ponte a bilico.

Fibronit

L'ultima impresa servita dalla ferrovia, incontrata dopo le Cementerie Apuane, oltre che la più distante dal fabbricato viaggiatori. Già società Cementifera Italiana,[174] era protetta da sbarra fermacarri[119][154] e con il solo binario d'ingresso all'interno.[156] Aveva una superficie pari a 50000  ed era specializzata nella produzione di lastre in cemento amianto.[175]

FortiMarmi

Anch'esso protetto contro la fuga di rotabili da una staffa fissa con chiave FS,[119] consisteva di un binario interno per lo stazionamento, carico e scarico dei carri[120] che, anticamente, andava a riallacciarsi a nord con il binario per Fiorino.[155]

Bering-Nicoli

Antica segheria di proprietà dello scultore Carlo Nicoli, servita dalla ferrovia e anch'essa legata alla Marmifera, posta all'altezza del viale XX Settembre. Aveva a disposizione il binario d'accesso[155] e una gru a ponte da 30 t.[176] Il binario si staccava dal binario d'accesso alle segherie Forti e Telara e proseguiva in rettifilo, dopo una curva nel tratto iniziale costeggiando il perimetro della segheria Telara, ricalcando in alcuni punti la via Piombara per poi immettersi nell'area dell'azienda.[155]

Vulcania

In precedenza "Venezia", era protetto tramite sbarra fermacarri,[119] consisteva del solo binario d'ingresso che finiva tronco all'interno dell'azienda.[120][155]

SIMA

Posto sulla sponda sinistra del Carrione, era anch'esso collegato al binario 1p e dotato del solo binario d'ingresso,[119][120] servito da un carroponte. Venne soppresso all'inizio degli anni novanta.[124]

IMEG

Originariamente Faggioni[177] e poi Montecatini Marmi, era protetto da una staffa fermacarri a manovra elettrica,[119][154] disponeva di un raddoppio di binario corredato da ponte a bilico e da piattaforma girevole in corrispondenza del paraurti di fine binario.[120][155][178][155]

Spintermar

Società sorta su parte dell'area ex Montecatini Calciocianamide, è specializzata nel trasporto intermodale e di blocchi di marmo[179][180] e il cui raccordo rimase formalmente attivo fino al declassamento dell'impianto. Aveva a disposizione due binari interni a mezzaluna, dove le manovre venivano fatte entrare in retrocessione, e un fascio esterno per la presa e consegna dei carri consistente di 4 binari, terminante nei pressi del vecchio raccordo delle Cementerie Apuane in un'asta di manovra. Per la movimentazione dei carri avevano a disposizione un locotrattore Zephir.[181]

Sia la zona interna che il fascio esterno erano collegate tramite un deviatoio inglese doppio, che dava origine al fascio a destra e sull'area interna (ramo destro) o sul cancello esterno (ramo sinistro) a sinistra; gli aghi di destra erano assicurati per il ramo di sinistra tramite fermascambio a chiave (verso il cancello esterno).[182] Verso di questo si incontrava un deviatoio semplice che dava a sinistra verso la stazione e a destra verso un'asta di manovra; era anch'esso assicurato tramite fermascambio a chiave, ma per il ramo di destra per assicurare l'indipendenza.[182]

Precedentemente, la Montecatini Calciocianamide (dal 1973 conosciuta come Ferroleghe),[183] aveva a disposizione un'area di 150000 , dal 1971 produceva carburo di calcio e sintesi di calciocianamide effettuata per conto della Montedison. Dal 1971 al 1974 avviò un progressivo passaggio alla lavorazione di ferro-cromo, che divenne l'unica produzione dopo il 1974.[175][184][185] Quando era attiva, il raccordo prevedeva un ingresso a zig-zag, con il binario interno confluente in una coppia di binari paralleli.[155]


Apparati di sicurezza


La stazione è stata attrezzata negli anni con almeno tre sistemi di controllo del piazzale. Le FS già nel 1906 pensarono di dotare la stazione di un apparato centrale per cercare di agevolare la gestione del traffico e del piazzale, continuamente ingombro dovuto alle manovre e ai convogli del marmo della Marmifera in sosta,[44] riducendo i tempi tecnici di costruzione di itinerari e instradamenti. Venne poi installato negli anni successivi e dotato complessivamente di 16 leve.[68]

Sul finire degli anni quaranta venne installato un impianto di tipo ACE di tipo FS[186][160] composto di due apparati separati in due cabine. Questo rimase in esercizio fino a metà anni settanta quando venne sostituito da un più moderno apparato ACEI a pulsanti,[116] che rimase in esercizio fino al declassamento nel 2012.


Impianto ACE

Il quadro luminoso originale presente in cabina B. Quest'ultimo subì varie modifiche nel tempo (visibili date le linee più chiare), tra le quali soprattutto, sulla sinistra, la scritta Apuania cancellata in seguito al ripristino del nome di Carrara-Avenza, che fa apparire il titolo del quadro decentrato verso destra
Il quadro luminoso originale presente in cabina B. Quest'ultimo subì varie modifiche nel tempo (visibili date le linee più chiare), tra le quali soprattutto, sulla sinistra, la scritta "Apuania" cancellata in seguito al ripristino del nome di "Carrara-Avenza", che fa apparire il titolo del quadro decentrato verso destra
Piano schematico ricostruito del piazzale sud con banco di manovraFonti di riferimento:[178][160]
Piano schematico ricostruito del piazzale sud con banco di manovra
Fonti di riferimento:[178][160]

L'impianto, di tipo FS e ibrido tra gli schemi I 0/5 (per linee a doppio binario senza leve d'itinerario) e I 0/3 (per stazioni di diramazione e più cabine), venne attivato tra il 1947 e il 1948.[96] Gli apparati disponevano di banchi di manovra, quadri luminosi e sale relé separate,[187] i due posti di comando comunicavano tra loro tramite consensi elettrici.[178]

La cabina A era ubicata nel fabbricato viaggiatori e comandava l'intera zona centralizzata nord, disponeva del proprio banco di manovra dotato di 25 leve, e del quadro luminoso comprensivo di tutto il piazzale dando la possibilità al regolatore della circolazione di avere la situazione completa di entrambe le zone nord e sud.[186] La cabina B era posta nelle immediate vicinanze del passaggio a livello[178] ed era dedicata alla zona sud, il banco di manovra contava altresì 25 leve e il quadro luminoso comprendeva stavolta la sola zona di competenza, mostrando la tabella dei consensi sul lato destro.[178][160]

La cabina B consentiva di ricevere i treni provenienti da e per Pisa e dalla Zona Industriale Apuana e instradare quelli provenienti da La Spezia tramite segnalamento luminoso di 1ª categoria.[178] Le leve erano così specializzate: una per l'avviso isolato lato Pisa, quattro per i segnali di 1ª categoria (protezione lato Pisa / Zona Industriale e partenza dai binari 2, 3 e dal fascio merci), una per il passaggio a livello, sei da deviatoio, dieci da instradamento, una da fermadeviatoio elettrico e, infine, due leve per la concessione dei consensi verso la cabina A.[188]


Impianto ACEI

ArriviPartenze
La Spezia I, II, III, IV, V1p, I, II, III, IV, V, VI
Pisa 1p, I, II, III, IV, VI, II, III, IV, V, VI
Gli itinerari potevano avere origine da entrambi i binari di corsa, grazie alla presenza di doppie comunicazioni.

L'impianto, di tipo I 0/15 prima serie, inizialmente non atto al telecomando e senza opzioni per tracciati permanenti[128] o disabilitazione,[115] venne attivato nel 1976.[116] Ricevette un aggiornamento nel 1998 permettendo la gestione del piazzale da remoto (V401).[154][189]

Comprendeva una sala relé ubicata al primo piano del fabbricato viaggiatori e un singolo apparato ubicato nell'ufficio movimento di stazione (sala banco, consistente nella cabina), composto del banco di comando e del quadro luminoso,[190] quest'ultimo posto nella parte superiore dell'apparato.[191] In un locale esterno, nei pressi del piano caricatore ex Avenza-Carrara, aveva sede il posto di guardia AC, compreso di centralina elettrica, batterie e gruppo elettrogeno.[115]

Gli itinerari permessi dal sistema erano possibili per i binari dall'1p al VI (di circolazione), con origine dai segnali di protezione (punti d'origine) ai segnali di partenza (punti fine); tra i segnali intermedi M, N, O e il cumulativo P l'itinerario di partenza era frazionato e gestito con norme a parte (denominato semi itinerario IV÷VI, comprendente appunto i binari dal quarto al sesto fino al segnale comune).[114] Quelli su tracciato deviato interessanti i binari I, II e III erano percorribili alla velocità di 60 km/h (tra i binari di corsa ciò era consentito solo con i segnali di partenza posti a via libera), mentre i restanti a 30 km/h.[115] In aggiunta, l'impianto era provvisto di 24 segnali bassi da manovra per un totale di 50 possibili instradamenti.[157]


Fabbricati



Fabbricato viaggiatori

Il fabbricato viaggiatori visto dall'esterno prima dei lavori di riqualificazione, nel 2011
Il fabbricato viaggiatori visto dall'esterno prima dei lavori di riqualificazione, nel 2011

Il fabbricato viaggiatori sorge in via Enzo Petacchi n. 2[192] ed è composto da un corpo a due piani a pianta rettangolare, con avancorpo a tre assi ospitante l'atrio. Esso subì nel corso del tempo varie ristrutturazioni e nei primi anni cinquanta assunse l'aspetto definitivo.

All'inaugurazione la stazione disponeva di una struttura provvisoria in legno,[9] poi sostituita con uno stabile definitivo in muratura già a fine del XIX secolo.[33] Questo edificio aveva una struttura completamente differente da quella assunta negli anni successivi con le varie ristrutturazioni: era costituito da un corpo centrale, che ospitava anche la biglietteria, e da esso si diramavano due altri corpi secondari. Altra caratteristica di allora era che la stazione aveva i servizi igienici separati dall'edificio principale, elemento molto comune nell'architettura dell'epoca, in un fabbricato più piccolo posto lato La Spezia.[33][193]

Nella seconda metà degli anni venti, insieme agli ammodernamenti che comportarono la sostituzione della pensilina in ferro, l'edificio venne interessato anche da una ristrutturazione degli esterni. Negli anni cinquanta venne ristrutturato una seconda volta, comportando l'edificazione di un nuovo atrio e il riassetto dei locali della biglietteria;[147] sempre in quel periodo l'antico fabbricato per i servizi igienici venne demolito e gli stessi trasferiti in locali interni più ampi, nei pressi del corridoio d'uscita.[194]

Con il secondo riassetto, il fabbricato risultava ospitare i seguenti servizi:[147][97]

Era inoltre sede degli uffici di verifica veicoli,[97] impianti elettrici e sicurezza, gestione e gestione merci. Altri locali erano dedicati al servizio movimento (ufficio dedicato con telegrafo, sala per il capo stazione titolare), agli spogliatoi del personale, situati nei pressi della seconda uscita vicino al bar/ristorante, alla segreteria e a un archivio.[147]

Con i lavori di ristrutturazione effettuati tra il 2016 e il 2018 lo stabile subì una forte ristrutturazione che comportò il rifacimento della facciata e l'accesso principale con la biglietteria; vennero inoltre ricostruiti i bagni, la sala d'attesa e il sottopassaggio, dotato di due ascensori.[141] Venne inoltre ristrutturato interamente anche il magazzino merci, il cui tetto era in stato pericolante.[141]

Lato La Spezia vi era un piccolo giardino caratterizzato dalla presenza di alberi come pini e abeti, e di una palma di grandi dimensioni;[120] data l'incuria, durante i lavori di ristrutturazione questo venne convertito in suolo calpestabile, lasciando le due fontane già presenti che ricevettero a loro volta un restauro estetico.[140]


Altri edifici

L'ex ufficio e casello FMC, riutilizzato come ufficio del servizio manovra fino ai primi anni 2000[34]
L'ex ufficio e casello FMC, riutilizzato come ufficio del servizio manovra fino ai primi anni 2000[34]

La fermata disponeva, oltre alle varie strutture per il traffico merci, di altre strutture di servizio, alcune di esse relative alla Marmifera:[120][158]


La cabina B

Esterno della cabina nel 2014
Esterno della cabina nel 2014

Esiste lato Pisa, nei pressi del passaggio a livello, un vecchio stabile denominato "cabina B", posto alla progressiva 146+599.[178] Fino al 1976 esso svolgeva, insieme all'apparato gemello in ufficio movimento, funzioni di controllo di tutto il piazzale lato Pisa della stazione tramite dei sistemi elettromeccanici. All'epoca, la stazione era sede del posto di blocco intermedio n. 34[178] (in precedenza 37).[195] Il fabbricato era stato costruito sul finire degli anni quaranta, è a pianta rettangolare a tre piani, l'ultimo piano ospitava il posto di comando col banco di manovra e il quadro luminoso.

Con la soppressione dell'apparato il fabbricato venne chiuso, rimanendo per molti anni inutilizzato e abbandonato fino al 1990 quando, a seguito di accordi con il gestore dell'infrastruttura, il Dopolavoro Ferroviario della Spezia ottenne la concessione d'uso del fabbricato dalle FS.[117]

Nell'arco di un anno l'edificio venne interamente ristrutturato internamente ed esternamente e ritornò in breve tempo in piena efficienza; a partire dal 1991 il gruppo fermodellistico Tirreno vi stabilì la propria sede.[117]


Sintesi fabbricati

NomeAttivazioneSoppressioneNote
Fabbricato viaggiatori Fine XIX secoloIn uso Primo fabbricato in legno att. 1862
Latrine 1889Anni 1950 Integrate nel nuovo fabbricato viaggiatori
Magazzino servizio merci Anni 1900Anni 1990 Convertito ad altro uso
Cabina B 1947-19481976 Sede del gruppo Tirreno dal 1991
Ufficio/casello FMC[A 14]  ? 2005 Usato fino al 2005 per il servizio manovra
Impianti elettrici  ?2012 Ospitante il posto di guardia AC
Magazzino servizio lavori  ? ?
Ufficio servizio lavori  ? ? Demolito nel 2015
Rimessa 18662010 Adibita al ricovero dei mezzi d'opera per la manutenzione, piano superiore convertito in abitazione
Dormitori 1965Convertiti in abitazioni
Garitta  ?Fine anni 1990 Demolita
Casello lato La Spezia 1862 ? Abbandonato
Casello lato Pisa 1862Convertita in abitazione Posta alla chilometrica (obsoleta) 146+576
Piani di carico e scarico 1862, fine XIX secolo, ?1998, ?, 1998 FS, FMC e raccordo Frugoli. Piani di carico FS e Frugoli dismessi come conseguenza della dismissione del binario di accesso allo scalo merci

Ponti e sottopassi


Vi sono un totale di cinque tra ponti e sottopassi che attraversano l'area dell'impianto: i ponti su viale XX Settembre, il sottopasso stradale di via Carriona, il ponte sul torrente Carrione e il vecchio sottopasso sulla Genova-Pisa precedentemente per il tratto Avenza-Marina di Carrara della ferrovia Marmifera.[158] I due ponti sul viale sono in cemento armato al servizio delle linee Genova-Pisa ed Avenza-Carrara,[196] il sottopasso di via Carriona – posta tra le segherie Walton e Frugoli a sud e tra la Carlo Telara e la ex FortiMarmi a nord[158][197] – è in mattoni con un'architettura a volta, il ponte sul Carrione, a tre campate, e il sottopasso per la Marmifera sono entrambi in cemento armato.[198][52]


Ponti sul viale XX Settembre

Con la costruzione del viale XX Settembre, nei primi anni dieci del 1900, il comune di Carrara prese accordi con le FS per l'ampliamento dei precedenti sottopassaggi in precedenza per la vecchia Strada dei Marmi.[199] La Società Anonima per costruzioni cementizie venne incaricata per la realizzazione delle due opere, il costo complessivo fu di 83 000 lire, 23 000 per quello dedicato alla linea per Carrara e 60 000 per quello dedicato alla Tirrenica.[200]

La costruzione iniziò nel luglio 1913 con i lavori di scavo e di posa delle travate in metallo provvisorie,[198] tra marzo e giugno 1914 vennero effettuate le colate di cemento[201] e infine a dicembre di quell'anno il ponte per la linea per Carrara risultava già completato e pronto per il collaudo (compaiono inoltre per la prima volta i binari tranviari, in fase di costruzione e assestamento),[202] che avvenne nel gennaio del 1915.[203] Nel marzo 1915 vennero rimossi i ponteggi in legno dal ponte lato monti,[204] mentre risultavano ancora in corso a giugno i lavori per la costruzione del ponte della Genova-Pisa, esteticamente uguale ma più largo.[205]

Il ponte per l'Avenza-Carrara è largo 4,77 m e sufficiente per un solo binario, essendo questa a semplice binario, mentre il gemello per la Genova-Pisa è largo 12,15 m, sufficienti per ospitare i due binari di corsa più un terzo aggiuntivo.[199] Sono presenti anche altre due campate immediatamente a nord dei ponti, in principio per il passaggio del tronco di Marmifera diretto a Marina di Carrara: per la linea per Carrara questa è in mattoni mentre quella sulla Tirrenica è in cemento.[52]

Entrambi i ponti sono a tre luci, le laterali di 7 m e la centrale di 14 m, realizzate in cemento Portland con una miscela di sabbia e pietrisco minuto. Per le prove di resistenza vennero impiegate delle locomotive del gruppo 680 delle FS, la prova di trazione per il ferro diede come risultati 1 t/cm² mentre per il calcestruzzo 48,3 kg/cm².[196]


Movimento



Traffico viaggiatori



Persone

La stazione risultò sempre frequentata da un buon numero di viaggiatori in relazione ai vari periodi storici che ha attraversato. Dal 1906 al 1918 il traffico crebbe da 92 021[206] a 108 858 persone interessanti l'impianto all'anno,[207] con un solo picco negativo nel 1915 (91 900 persone) a causa della prima guerra mondiale.[208]

Anno Classe Tariffa Totale
Intera Ridotta
Differenziale AAndata e ritornoCon riduzioni speciali
1906
[206]
6321742674 92 021
8 254115 702384
23 996551 2391 281
1910
[209]
3962552681 99 686
4 794919 059612
22 46717559 4522 008
1911
[210]
42345625174 102 307
4 9911108 677626
23 80321060 7861 837
1913
[211]
72711068880 125 626
6 4531909 057780
32 00635271 7293 454
1914
[212]
7595760160 129 779
6 4961329 154655
36 07333871 7743 680
1915
[208]
4476152095 91 900
6 0301759 2761 104
27 90344942 0743 766
1917
[213]
69211155198 100 788
9 7283803811 754
73 3528053 0408 290
1918
[207]
77156259 108 858
10 36929451 635
87 943632146 880

Tra il 1927 e il 1930 la stazione venne frequentata mediamente da 180 mila persone l'anno con una media di 19 milioni di lire in entrata.[214][215][216][217]

Classe Viaggiatori Lire
19271928192919301927192819291930
1 9082 4972 5581 995120 749169 130154 705129 547
27 50833 05632 64529 075603 058716 639731 308660 323
136 869155 341152 276139 6331 015 7281 163 5201 148 7251 108 312
Totale 166 285190 894187 479170 7031 739 5352 049 2892 034 7381 898 182

A distanza di un secolo, nel 2007, col variare del traffico e dell'offerta dei treni, la stazione risultava frequentata da un traffico giornaliero medio di più di 1 100 persone[218] mentre nel 2018 aveva una media giornaliera di circa 1 500.[219]

Viaggiatori giornalieri
Viaggiatori annuali
Nota: I dati per il 2018 sono approssimativi.

Treni

La stazione alla sua massima operatività era interessata dal traffico delle linee Avenza-Carrara e Genova-Pisa, per quanto riguardava i treni viaggiatori ordinari. Quello relativo alla linea per San Martino cessò con il secondo conflitto mondiale, mentre sopravvisse quello merci fino alla definitiva chiusura al traffico nel 1969.[220][221]

Vedi anche: Storia delle categorie di servizio
1899
[222]
1910
[223][224]
1920
[225]
1930
[226]
1940
[227]
1950
[228]
1960
[229]
1970
[152]
1980
[230]
1990
[231]
2000
[232]
2010
[233]
DPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDP
Rapidi 3111 ↓↓↓
InterCity 3354
Direttissimi[A 15] 11121143311191167 ↓↓↓
Espressi 101066
Diretti 12442244664310766911111166 ↓↓↓
Accelerati[A 16] 2156434569791214 ↓↓↓
Locali 161814121011 ↓↓↓
Interregionali 64 ↓↓↓
Regionali 13134144
Omnibus 322221
Misti 111
Merci con viaggiatori 1
Totale[A 17] 78101286151417171213343229313434272828264648
Nota: dati non comprensivi della linea per Carrara San Martino.

Dalla fine del 1800 al secondo dopoguerra l'impianto era servito da un numero piuttosto esiguo di treni viaggiatori, per lo più accelerati e diretti, anche se non mancavano anche alcuni treni di lusso. Dagli anni sessanta, l'offerta delle FS sulla ferrovia ligure aumentò significativamente, con un incremento dei servizi locali ma anche a lunga percorrenza con l'introduzione dei rapidi. Nel 1981 risultavano effettuare fermata due treni rapidi e TEE, insieme ad altri treni ordinari giornalieri per la relazione Milano-Livorno-Grosseto,[234] e vari treni espressi e diretti.

All'inizio degli anni 2000, col passaggio di consegne del traffico a Trenitalia e dell'infrastruttura a RFI, l'impianto ereditò i treni viaggiatori che effettuavano fermata già negli anni passati (in precedenza effettuati dall'Ente Ferrovie dello Stato), tra i quali diversi interregionali, regionali, diretti e InterCity.[235] Successivamente, nel 2004, la stessa Trenitalia stipulò un contratto di servizio con la regione Toscana – denominato anche "Memorario" – per l'effettuazione di nuove relazioni regionali cadenzate interessanti la stazione (classificata come "stazione porta" dal punto di vista commerciale): in questi servizi erano compresi 16 regionali da e per Firenze Santa Maria Novella istituiti con l'orario invernale entrato in vigore il 12 dicembre, 7 coppie in più rispetto al precedente orario,[236] poi ridotti a 5 coppie nel contratto di servizio 2009-2014. Questi venivano solitamente effettuati con composizioni omogenee di E.464 e 6 carrozze MDVC al seguito con l'offerta di 456 posti a bordo; il tempo di percorrenza totale era di 1 ora e 54 minuti su un totale di 130 km di linea.[237] Oltre al traffico regionale fermano anche dei treni a lunga percorrenza della relazione InterCity anch'essa effettuata da Trenitalia.[238][218]


Traffico merci


Esportazioni annuali stazioni di Avenza e Carrara (t)
AnnoGrezzoLastreLavoratoTotale
1872 8 9563 3851 53613 776
1873 15 4193 3921 85119 652
1874 14 5683 5341 92720 019
1875 12 5764 9352 08219 592
1876 16 5987 3222 18526 105
1877 18 2248 5552 29729 076
1878 18 0938 4432 49529 031
1879 23 94610 8172 48337 246
1880 24 728[239]12 1173 00789 852
1881 26 03912 9823 26642 287
1882 27 68410 3743 21041 268
1883 31 2705 2942 49240 056
1884 33 4179 5582 49245 467

L'impianto venne sempre interessato da un forte traffico merci proveniente dalle cave attraverso la ferrovia Marmifera e la ferrovia Avenza-Carrara. Durante il periodo di maggiore attività il suo piazzale risultava spesso ingombro di convogli merci FS e FMC.[23] Vi era inoltre anche il traffico proveniente dai raccordi della Zona Industriale Apuana e da diverse aziende poste nelle vicinanze con le quali era collegata tramite alcuni raccordi.

Con l'inaugurazione della stazione stessa e della Tirrenica, la produzione di marmo salì dalle 60000 t esportate nel 1861 alle 107000 t in 10 anni.[240] L'attivazione della Marmifera nel 1876 diede un ulteriore slancio all'esportazione del marmo, come si evince dai documenti dell'epoca. Dall'inizio degli anni 1870 questa vide una crescita significativa grazie ai migliori mezzi di trasporto impiegati, in sostituzione della trazione animale, e al minor costo passando dalle quasi 14000 t totali del 1872 alle oltre 45000 t del 1884, circa 31000 t in più rispetto a dieci anni prima. Era in netta maggioranza l'esportazione di blocchi di marmo grezzo, anche se risultava essere presente il trasporto di materiale lavorato e segato sotto forma di lastre.[241][242]

Tra i mesi di gennaio e fine maggio 1882 la sola stazione di Avenza esportava 656,917 t di marmo grezzo, 1098,840 t di segato e 35,189 t di lavorato per un totale di 1790,946 t di marmo in 5 mesi.[243]

Nel 1888 il totale del marmo esportato via ferrovia salì a 64727 t[244] e nel 1891 era a quota 52412 t.[245]

Le importazioni ed esportazioni nei primi due decenni del XX secolo prevedevano merce di vario tipo, ad esempio la posta, oggetti d'arte, bozzoli e pesce fresco per la grande velocità, bestiame, frutta secca e altre derrate per la piccola velocità accelerata, carta, carburo industriale, calce/cemento/pozzolana, carbone vegetale, concimi, foraggi, laterizzi, legna, macchine industriali, olio di oliva, pietre da costruzione e, mercanzie varie ultimo, ma più importante, il pregiato marmo per la piccola velocità ordinaria.[246][247] Inizialmente gestiti separatamente erano bagagli, giornali e trasporti vari (tra cui cani e biciclette).[206]

Grande Velocità Piccola Velocità Accelerata Piccola Velocità Ordinaria
Con vincolo di peso (t)Senza vincolo di peso (t)Con vincolo di peso (t)Bestiame (capi)Con vincolo di peso (t)Senza vincolo di peso (t)
1906
[206]
In arrivo 2365973826 3541 465
In partenza 151994817 040611
1910
[246]
In arrivo 28247,7848638 2301 824
In partenza 56,33130035 272694
1911
[247]
In arrivo 61370,5881738 2216 052
In partenza 88,22029839 5321 579
1913
[248]
In arrivo 5 22511853141 6742 122
In partenza 1 2202514633 5561 428
1914
[249]
In arrivo 3635134037 7682 069
In partenza 391240332 6041 094
1915
[250]
In arrivo 513021524726 6431 138
In partenza 9068543916 259911
1917
[251]
In arrivo 4914142743723 178369
In partenza 1 1481327646323 190217
1918
[252]
In arrivo 4402795012523 348
In partenza 434506024015 202

L'impianto inoltre spediva verso l'estero merce varia, quali canapa, carbon fossile, legna da ardere, macchine industriali, marmo, pelli, prodotti chimici, riso, vino (o uva pigiata) e materiali da costruzione.[253][254][255][256]

Esportazioni verso l'estero (t)[A 18]
AnnoCanapaCarbon fossileLegnamiMacchinariMarmoPelliProdotti chimiciRisoVino o similiMateriali da costruzioneTotale
1910
[253]
2411 453,510,411 487,9
1911
[254]
1,313 165,311,213 177,8
1913
[255]
10149,214,346,5220
1914
[256]
11 132,832,210,11014,111 199,2

Di seguito riportata è invece la situazione nel quadriennio 1927-30:[214][215][216][217]

Anno In arrivo In partenza
Carro completoCollettameBestiameTotaleCarro completoCollettameBestiameTotale
1927 87652 t4788 t12192440 t69259 t4588 t8973847 t
1928 78729 t4830 t10983559 t62244 t4628 t8066872 t
1929 76334 t2395 t20378729 t67738 t1480 t20269218 t
1930 64538 t3439 t5267977 t61169 t2323 t1263492 t

Nel biennio 1940-41 la stazione risultava effettuare trasporto combinato di casse mobili e carrelli stradali,[257] oltre che esportare acido solforico provenienti dalle vicine aziende.[258] Nel 1940 le tonnellate di marmo esportate scesero a 31 917 a causa della guerra e le importate erano appena 381. I marmi importati non apuani ammontavano a 2861 t, provenienti da varie località italiane ed estere.[259]

Nel 1943 i marmi in esportazione – divisi per grezzi, segati e lavorati – erano rispettivamente 1 010, 1 703 e 37 t, mentre erano 1 390, 8 848 e 937 t verso l'interno; più in generale, venivano spediti dalla stazione 1650 t di marmo grezzo, 9915 t di segati e 989 t di lavorati, al contrario risultavano importate nelle stesse categorie 441 t, 236 t e 14 t. I marmi di origine non apuana questa volta risultavano assenti.[260]

Il traffico del marmo subì un forte calo con la soppressione della Marmifera nel 1964, a causa della cessazione del relativo traffico proveniente via ferrovia dalle cave e bacini marmiferi.[101] Sopravvisse fino al 1969 la diramazione per San Martino, rimasta fino ad allora attiva per il traffico merci in regime di raccordo.[106]

Col passare del tempo la stazione perse progressivamente d'importanza, l'esportazione di merce via ferrovia calò dalle 385000 t annuali del 1952 alle 106 000 nel 1962 mentre aumentavano sensibilmente i traffici su gomma.[261]

La stazione venne definitivamente disabilitata al traffico merci il 1º dicembre 1992, dopo aver prodotto 590 carri complessivi in arrivo e partenza, nell'ottica di un nuovo modello d'esercizio più economico e reindirizzando il traffico proveniente dalla IMEG, Ferroleghe e Italcementi verso Massa Zona Industriale tramite tradotte, meno oneroso per le FS.[122] Circa due anni dopo cessarono definitivamente anche le attività dei raccordi lato "campagna".[262] Tuttavia continuarono a caratterizzare l'impianto piccole tradotte e stazionamenti provvisori di materiale rotabile (come ad esempio quattro vecchie carrozze accantonate sul binario dorsale in corrispondenza della Ferroleghe nel 1995).[263] Il fascio merci e l'unico raccordo rimasto, con la Spintermar, vennero definitivamente soppressi con il cambio d'orario invernale del 2012, con il declassamento a fermata.[135]


Incidenti


L'incidente ferroviario accaduto tra Avenza e Sarzana nell'ottobre del 1881 riprodotto nel giornale L'Epoca
L'incidente ferroviario accaduto tra Avenza e Sarzana nell'ottobre del 1881 riprodotto nel giornale "L'Epoca"

Nella notte tra il 21 e il 22 ottobre 1881 il tratto di linea tra Sarzana e Avenza venne momentaneamente interrotto a causa dello svio del Diretto 37: sviarono 15 vetture causando la morte di un viaggiatore, una ventina di feriti e gravi danni al materiale rotabile; la linea venne ripristinata nelle 48 ore successive e dal 24 ottobre l'esercizio riprese normalmente.[264] Quattro anni dopo sviò un altro treno viaggiatori con a bordo il presidente del Consiglio, il ministro dell'agricoltura e commercio e un centinaio di persone, causando la morte di un capitano di stato maggiore e vari feriti.[265]

Nei primi anni venti, probabilmente a causa di un'incomprensione nell'esecuzione di una manovra, avvenne un incidente tra un treno espresso occorso sul secondo binario e una locomotiva a vapore adibita al piazzale, la FS 2267, poi entrata a far parte del gruppo 215 e rinumerata in 215.277.[266]


Servizi


La stazione, gestita da RFI che dal 2008 la classifica di categoria silver,[267][218][268][192] dispone di:[148][237][146]

Dopo i lavori di ristrutturazione del 2017/2018 per l'eliminazione delle barriere architettoniche, l'impianto è stato dotato di due ascensori che collegano il sottopassaggio con le due banchine,[142] percorsi per ipovedenti, nuovi impianti per l'annuncio treni, videosorveglianza e illuminazione, mentre le banchine vennero portate allo standard d'interoperabilità europeo di 55 cm dal piano del ferro.[141][146] La fermata dispone inoltre di due parcheggi (uno pubblico e uno privato ad uso del personale di servizio) e di una rastrelliera per sosta biciclette.[237][146]


Interscambi


Il sottopasso ferroviario di Avenza con la tranvia per Marina di Carrara
Il sottopasso ferroviario di Avenza con la tranvia per Marina di Carrara

La fermata offre i seguenti interscambi:[146][237]

L'impianto inoltre ha posseduto come interscambio, dal 1915 al 1955,[101] la tranvia Carrara-Marina di Carrara. Alla sua chiusura questa venne sostituita dalla filovia che si estendeva da Carrara fino a Marinella di Sarzana e che operò fino al 1985.[102][103][104][105]


Media


Durante l'esercizio, l'impianto è stato immortalato più volte in varie cartoline e fotografie d'epoca.[62][150] È anche apparso nel cinegiornale delle FS del 1948 "Rotaie", realizzato nell'immediato dopoguerra e che documenta la ricostruzione postbellica.[92]

Nel 2017 Carrara-Avenza e Carrara San Martino compaiono menzionate nel libro Passato in costruzione. La memoria edifica il presente di Francesco Cannas, ambientato negli anni settanta. Questo vede il protagonista, un ragazzo di nome Giorgio, partire da Oristano in Sardegna verso Carrara per motivi di studio. All'acquisto del biglietto, non sapendo con precisione la stazione di destinazione, prese la traccia più lunga, per San Martino. All'approssimarsi di Massa, chiese al capotreno quanto mancasse all'arrivo. Essendo stata chiusa al servizio viaggiatori dal dopoguerra e definitivamente soppressa nel 1970, questi lo guardò senza capire a cosa si riferisse e gli disse di scendere ad Avenza.[269]


Galleria d'immagini



Note



Fonti


  1. Fascicolo Linee 99, sez. 6.1.2 e 7.1.2.
  2. Istruzione ACEI.
  3. Bernieri, p. 41.
  4. Tale richiesta compare in: Atti del parlamento italiano. Sessione del 1861, su google.it, Torino, 1º periodo dal 18 febbraio al 23 luglio 1861, p. 118. URL consultato il 23 gennaio 2022.
  5. Bernieri, p. 42.
  6. Ufficio Centrale di Statistica delle Ferrovie dello Stato, Prospetto cronologico dei tratti di ferrovia aperti all'esercizio dal 1839 al 31 dicembre 1926, su trenidicarta.it, Alessandro Tuzza, 1927. URL consultato il 13 luglio 2021 (archiviato il 22 maggio 2021).
  7. Bernieri, p. 45.
  8. Bernieri, p. 49.
  9. Bernieri, pp. 54-55.
  10. La Nazione, Quando Avenza volle il Piemonte, su avenza.it, 28 giugno 1995. URL consultato il 10 giugno 2021 (archiviato il 23 gennaio 2021).
    «Tra insurrezioni popolari e il sogno di un collegamento a monte tra le due città col traforo della Foce, la complessa vicenda si chiude con la inaugurazione nel 1862 del tronco com'è attualmente, con conseguente creazione del tratto Avenza-Carrara e della stazione di San Martino [...].»
  11. Michela Toni, Un ambiente di marmo, su google.it, maggio 2012, p. 47, ISBN 978-88-7814-548-1. URL consultato il 3 luglio 2021.
  12. Redazione, Frammenti di ricordi, su carraraonline.com. URL consultato il 23 settembre 2018 (archiviato il 23 settembre 2018).
    «[...] La stazione fu aperta all'esercizio venerdì 26 dicembre 1862 ed era di legno, cambiato poi in muratura.»
  13. Daniele Canali, La nascita della Ferrovia marmifera privata Carrara, su istitutostoricosocialeapuano.it, Istituto Storico Sociale Apuano, 2017. URL consultato l'8 novembre 2022.
  14. Daniele Canali, Cartoline di Carrara (1900-1950), Carrara, Aldus, 1993.
  15. La denominazione dell'impianto come "stazione di Avenza" è esplicitamente citata in Atti organici delle Strade Ferrate Romane, pp. 208-243 "Convenzione del 21 giugno 1863 per la costruzione della diramazione AVENZA-CARRARA".
  16. Bollettino dei trasporti e dei viaggi in ferrovia, su google.it, 1887, pp. 27, 35, 75 e 146. cita la denominazione di Avenza per l'impianto, mentre "Carrara-Avenza" (p. 44 e 116 Archiviato il 17 luglio 2018 in Internet Archive.) era utilizzato per indicare la singola tratta tra Carrara Città (San Martino) e Avenza.
  17. Strade Ferrate Romane, p. 279.
  18. Camera dei deputati del Regno d'Italia, Raccolta dei documenti stampati per ordine Camera, su google.it, vol. 6, Roma, 1873, p. 143.
  19. Strade Ferrate Romane, p. 239.
  20. Strade Ferrate Romane, p. 229.
  21. Camera dei deputati del Regno d'Italia, Esposizione sommaria della situazione dei lavori della ferrovia del litorale ligure al 1º giugno 1864, su Raccolta dei documenti stampati per ordine dalla camera, google.it, II, Torino, 1865, p. 2. URL consultato il 24 gennaio 2022.
  22. Collezione celerifera delle leggi, decreti, istruzioni e circolari, parte 1, su books.google.it, Firenze, 1871. URL consultato il 21 luglio 2021 (archiviato il 21 luglio 2021).
  23. Camera dei deputati del Regno d'Italia, Atti della commissione d'inchiesta sull'esercizio delle ferrovie italiane, su google.it, 1, parte III, Roma, 1881.
  24. Stamperia reale, Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, su books.google.it, Firenze, 1871, p. 984. URL consultato il 21 luglio 2021 (archiviato il 21 luglio 2021).
  25. Luigi di Giacomo Pirola, Raccolta degli atti ufficiali del governo sulle leggi, decreti, istruzioni, circolari ecc., su books.google.it, Milano, 1871. URL consultato il 21 luglio 2021 (archiviato il 21 luglio 2021).
  26. Archivi FMC, tomo I.
  27. FMC (1875/6).
  28. FMC (1877).
  29. Monitore delle strade ferrate e degli interessi materiali, su trenidicarta.it, Torino, 2 gennaio 1884, p. 838. URL consultato il 28 gennaio 2022.
  30. Camera dei deputati del Regno d'Italia, Atti della commissione d'inchiesta sull'esercizio delle ferrovie italiane, su google.it, 1, parte II, Roma, 1881, p. 335.
  31. Monitore delle strade ferrate (1889), p. 651 e 781.
  32. Monitore delle strade ferrate (1889), pp. 38, 102-103, 152, 170.
  33. Strade Ferrate del Mediterraneo, tavola 133: stazioni di Avenza, Luni e Sarzana, disegno 1.
  34. Planimetria parziale FMC.
  35. Senato della Repubblica, Interrogazione n. 5605: Declassamento del tronco ferroviario Avenza-Carrara (PDF), in IV Legislatura. 550ª seduta. Resoconto stenografico, 27 gennaio 1967, p. 29839. URL consultato il 5 novembre 2021.
  36. Parlamento italiano e Camera dei deputati del Regno d'Italia, Atti del Parlamento italiano: Discussioni, vol. 6, 1906, p. 7173.
  37. Parlamento italiano, Atti parlamentari, vol. 6, 1903, p. 5460.
  38. Monitore delle strade ferrate (1903), p. 40.
  39. Monitore delle strade ferrate (1903), p. 331.
  40. Monitore delle strade ferrate (1903), p. 284.
  41. Rivista dei lavori pubblici, pp. 720, 688, 808.
  42. Rivista dei lavori pubblici, p. 544.
  43. Rivista dei lavori pubblici, p. 773.
  44. Direzione generale delle Ferrovie dello Stato, Relazione a S. E. il ministro dei lavori pubblici sull'andamento dell'amministrazione delle Ferrovie dello Stato, su trenidicarta.it, Roma, 1906, pp. 138 (parte prima) e 104 (parte seconda). URL consultato l'8 agosto 2021 (archiviato il 9 agosto 2021).
  45. Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Statistica dell'esercizio. Anno 1906. Parte I. Statistica generale, su trenidicarta.it, Roma, 1909, p. 153, prospetto n. 2. URL consultato il 7 luglio 2021 (archiviato il 9 luglio 2021).
  46. Rivista generale delle ferrovie e dei lavori pubblici, su google.it, vol. 25, 1907, p. 557. URL consultato il 9 agosto 2021 (archiviato il 9 agosto 2021).
  47. Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Bollettino del Personale delle Ferrovie dello Stato, su trenidicarta.it, n. 1, Roma, 1908. URL consultato il 30 ottobre 2021.
  48. Giornale dei lavori pubblici (1915), p. 138.
  49. Giornale dei lavori pubblici (1915), p. 728.
  50. Relazione FS 1917-18, pp. 125 e 130.
  51. Rivista tecnica delle ferrovie italiane (1916).
  52. Lucio Benassi, Viale XX Settembre, su carraraonline.com, 2 maggio 2013. URL consultato il 16 agosto 2021.
  53. Touring Club Italiano e Luigi Vittorio Bertarelli, Guida d'Italia del Touring Club Italiano, 1916.
  54. Betti Carboncini (1984), p. 82.
  55. In Antonio Bianchi, La Spezia e Lunigiana: società e politica dal 1861 al 1945, su books.google.it, Franco Angeli, 1999, p. 185, ISBN 978-88-464-1254-6. la fonte parla di 600 uomini mentre in Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista 1919-1922, Milano, Mondadori, 2009, p. 344, ISBN 978-88-04-52934-7. si parla di 500.
  56. Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione per l'anno finanziario 1920-21, su trenidicarta.it, 1922, pp. 31 e 34. URL consultato il 21 luglio 2021 (archiviato il 21 luglio 2021).
  57. Compare in " Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Orario generale delle Ferrovie dello Stato, su archiviofondazionefs.it, validità dal 1º al 31 novembre 1924, p. 130, quadro 240. URL consultato il 24 ottobre 2021." come Avenza e come Carrara-Avenza nel successivo " Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Orario generale delle Ferrovie dello Stato, su archiviofondazionefs.it, validità dal 1º al 31 dicembre 1924, p. 130, quadro 240. URL consultato il 24 ottobre 2021."
  58. Dal 1862 ad oggi ecco la storia delle due stazioni, su iltirreno.gelocal.it, Il Tirreno, 17 gennaio 2016. URL consultato il 2 febbraio 2016 (archiviato il 17 agosto 2016).
  59. Ministero dei lavori pubblici, Annali dei lavori pubblici, su google.it, vol. 77, 1ª ed., 1939, p. 44. URL consultato l'8 agosto 2021 (archiviato il 9 agosto 2021).
  60. Bollettino dei trasporti e dei viaggi in ferrovia, su google.it, 1908, p. 102. URL consultato il 31 luglio 2021 (archiviato il 9 agosto 2021).
  61. FMC (1925).
  62. Foto tecnica di FS in Rivista tecnica delle ferrovie italiane, p. 213 datata 8 marzo 1926.
  63. Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione per l'anno finanziario 1926-27, su trenidicarta.it, 1927, pp. 72 e 134. URL consultato il 13 giugno 2021 (archiviato il 13 luglio 2021).
  64. Rivista tecnica delle ferrovie italiane (1931), pp. 13, 206, 209, 213, 214, 216.
  65. Adriano Betti Carboncini, La torbiera di Torre del Lago e l'elettrificazione ferroviaria: binari a Viareggio, su trenidicarta.it, Calosci, 2004, p. 28. URL consultato l'8 agosto 2021 (archiviato il 13 marzo 2017).
  66. Adriano Betti Carboncini, Da Ventimiglia a Massa. La ferrovia Ligure (PDF), su ferrovieinrete.com, 2001, p. 5. URL consultato l'8 agosto 2021 (archiviato il 19 ottobre 2020).
  67. Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione per gli anni finanziari 1925-26, su trenidicarta.it, 1926, p. 115. URL consultato l'8 agosto 2021 (archiviato il 9 agosto 2021).
  68. Statistiche FS 1924-26, prospetto n. 9: potenzialità delle stazioni, pp. 266-7.
  69. Redazione Il Tirreno, A lezione di storia di Avenza, su iltirreno.gelocal.it, 23 marzo 2014. URL consultato il 21 luglio 2021 (archiviato il 21 luglio 2021).
    «[...] gli abitanti di Avenza, che si contraddistinsero per il loro forte spirito antifascista, dovuto forse alla grande tradizione mazziniana ed in parte anarchica radicata nel territorio, che culminò poi con l’attentato a Mussolini compiuto da Gino Lucetti nel settembre del 1926. Questo episodio portò alla criminalizzazione generalizzata di tutta la popolazione di Avenza, al punto che i fascisti di Carrara scesero a distruggere i cartelli della stazione, che riportavano il nome “Avenza”, per sostituirli con quelli con la scritta “Carrara”.»
  70. Giornale dei lavori pubblici e delle strade ferrate, su google.it, n. 1, 15 gennaio 1928, p. 371. URL consultato il 25 agosto 2022.
  71. Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione per l'anno finanziario 1931-32, su trenidicarta.it, 1932, p. 234, allegato 22. URL consultato il 23 luglio 2021 (archiviato il 23 luglio 2021).
  72. Ministero delle comunicazioni, Bollettino ufficiale delle Ferrovie dello Stato. Secondo semestre 1930, su trenidicarta.it, Roma, 3 luglio 1930, p. 329. URL consultato il 13 luglio 2021 (archiviato il 13 luglio 2021).
  73. Ministero delle comunicazioni, Bollettino ufficiale delle Ferrovie dello Stato, su trenidicarta.it, Roma, 1931, p. 265. URL consultato il 13 luglio 2021 (archiviato il 13 luglio 2021).
  74. Relazione FS 1933-34, p. 266 (allegato 22).
  75. Ministero delle comunicazioni, Bollettino ufficiale delle Ferrovie dello Stato, su trenidicarta.it, Roma, 1933, pp. 381 e 397. URL consultato il 13 luglio 2021 (archiviato il 13 luglio 2021).
  76. Relazione FS 1933-34, p. 274 (allegato 24).
  77. Lucio Benassi, La storia della Z.I.A. Zona Industriale Apuana, su carraraonline.com, 2 marzo 2014. URL consultato il 27 febbraio 2020 (archiviato il 27 febbraio 2020).
    «[...]. L'idea partì dal segretario particolare di Benito Mussolini, certo dott. Osvaldo Sebastiani, (Ceccano, 2 agosto 1888 – Passerano, 1944), che pensava alla costruzione di uno stabilimento che fornisse parti di ricambio per le Ferrovie dello Stato, proprio vicino alla stazione di Avenza.»
  78. Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione per l'anno finanziario 1938-39, su trenidicarta.it, 1940, p. 187. URL consultato il 28 gennaio 2022.
  79. Bollettino ufficiale legislazione e disposizioni ufficiali, p. 2267, art. 9 comma 1.
  80. Piano schematico capacità dei binari.
  81. Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, p. 3509.
  82. Il Polo in fumo. L'area chimica apuana dalle origini al caso Farmoplant alle alternative di sviluppo possibili, su google.it, E. Falqui, 1988, p. 21. URL consultato il 12 febbraio 2022.
  83. Secondo la Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, p. 3509 e Stefano Paolini, Carrara, marmo e treni, su photorail.com, giugno 2006. URL consultato il 7 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2013). i capolinea principali dei raccordi industriali erano la stazione di Avenza e il PM Apuania, poi stazione di Massa Zona Industriale.
  84. Centro di Studi per la Geografia Antropica, Memorie di geografia antropica, vol. 7-8, 1952, p. 151.
  85. Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Bollettino commerciale delle Ferrovie dello Stato, su google.it, Roma, 1º gennaio 1941, p. 597. URL consultato il 12 febbraio 2022.
  86. Ministero delle comunicazioni, Bollettino ufficiale delle Ferrovie dello Stato, primo semestre 1939, su trenidicarta.it, 1939, pp. 143-144, Ordine di Servizio n. 61. URL consultato il 21 luglio 2021 (archiviato l'11 luglio 2021).
  87. Ministero delle comunicazioni, Bollettino ufficiale delle Ferrovie dello Stato, su trenidicarta.it, Roma, 1939, p. 159. URL consultato il 9 luglio 2021 (archiviato il 9 luglio 2021).
  88. Partito Nazionale Fascista, Foglio d'ordini, su google.it, Roma, 23 gennaio 1939, p. 61. URL consultato il 28 dicembre 2021.
  89. Paolo Camaiora, 77 anni fa il bombardamento di Avenza e Marina di Carrara, su diaritoscani.it, 12 maggio 2021. URL consultato il 12 luglio 2021 (archiviato il 12 luglio 2021).
  90. Relazione FS 1944-45, p. 4.
  91. In Relazione FS 1944-45, p. 146 (allegato 3) e p. 147 (allegato 4) le linee risultavano interrotte nel periodo 1943-45.
  92. Rotaie.
  93. Bollettino FS 1946, Ordine di Servizio n. 25, pp. 58-59.
  94. Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione per gli anni finanziari 1949-50 - 1950-51 - 1951-52 - 1952-53, su google.it, vol. 1, 1957, p. 18, Ordine di Servizio n. 72/1949. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato il 9 agosto 2021).
  95. Corrado Benzio, Il partigiano che passò dall'inferno della guerra a quello della miniera, su iltirreno.gelocal.it, Il Tirreno Toscana, 29 maggio 2014. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato il 23 luglio 2021).
    «In una Carrara sotto il controllo alleato ne poteva succedere di tutte. [...] C'era miseria, le cave non ripartivano. Grazie a uno sciopero generale, divelgemmo anche le rotaie alla stazione di Avenza, spuntarono fuori a Carrara 3 000 posti di lavoro.»
  96. Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione per gli anni finanziari 1945-46 - 1946-47 - 1947-48 - 1948-49, su trenidicarta.it, vol. 1, 1956, p. 162. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato il 21 luglio 2021).
  97. Azienza autonoma delle Ferrovie dello Stato (FV 1953).
  98. Foto della costruzione di Ilario Bessi in: Corrado Magliani (a cura di), Ilario Bessi. Un fotografo in città. Carrara 1946-1980, su issuu.com, minimocomunemultiplo, dicembre 2012, p. 60. URL consultato il 10 aprile 2022.
  99. Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione per l'anno finanziario 1958-59, su google.it, 1960, p. 74. URL consultato l'8 agosto 2021 (archiviato il 9 agosto 2021).
  100. Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione per l'anno finanziario 1957-58, su trenidicarta.it, 1958, p. 61. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato il 9 luglio 2021).
  101. Giovani, Maggi.
  102. Giorgio Stagni, L'Italia in Filovia, su stagniweb.it, p. 16. URL consultato il 29 luglio 2021 (archiviato il 21 luglio 2021).
    «[...] La filovia extraurbana che fino al 1985 ha collegato Carrara con Marinella di Sarzana toccava anche la località di Avenza, ove sorgeva il deposito societario.»
  103. Giorgio Stagni, Città e tram - Le reti minori, su stagniweb.it, p. 16. URL consultato il 29 luglio 2021 (archiviato il 29 luglio 2021).
    «[...] A partire dal 2 giugno 1955, [la tranvia] venne sostituita dalla filovia, che a sua volta chiuderà inopinatamente nel 1985.»
  104. Andrea Spinosa, Muoversi naturalmente, il trasporto filoviario (PDF), su cityrailways.net, pp. 2, 5. URL consultato il 1º gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2016).
    «[...] Più remota appare invece la possibilità di riaprire all'esercizio gli impianti filoviari extraurbani di Salerno (19 km, chiusura nel 1983), quelli di Avellino (15 km, chiusura avvenuta nel 1973) e Carrara (10 km, chiusura nel 1985), non compresi nella statistica in esame perché ormai abbandonati»
  105. Associazione FITRAM, InformaFITRAM (PDF), su assofitram.it, n. 2, 2020, pp. 15. URL consultato il 5 settembre 2021.
  106. FENIT 1946-1996, Roma, Federazione Nazionale Imprese Trasporti, 1996, ISBN non esistente. URL consultato il 21 luglio 2021 (archiviato il 21 luglio 2021).
  107. Parlamento italiano, Atti parlamentari. Resoconti delle discussioni, su books.google.it, vol. 32, 1963, p. 29839. URL consultato il 25 novembre 2022.
  108. Decreto del presidente della Repubblica 28 dicembre 1970, n. 1459, in materia di "Soppressione della linea ferroviaria Carrara Avenza-Carrara S. Martino".
  109. Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione per l'anno finanziario 1965, su google.it, 1966, p. 189. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato il 9 agosto 2021).
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  111. Senato della Repubblica, VI Legislatura - Tabella n. 10. Stato di previsione della spesa del Ministero dei trasporti e dell'aviazione civile per l'anno finanziario 1974 (PDF), su parlamento.it, 31 luglio 1973, p. 108. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato il 30 luglio 2021).
  112. Senato della Repubblica, V Legislatura - Tabella n. 10. Stato di previsione delia spesa del Ministero dei trasporti e dell'aviazione civile per l'anno finanziario 1972 (PDF), su senato.it, 31 luglio 1971, pp. 129-130. URL consultato il 5 novembre 2021.
  113. Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione annuale 1974, su google.it, 1975, p. 93. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato il 9 agosto 2021).
  114. Istruzione ACEI, p. 5.
  115. Istruzione ACEI, p. 8.
  116. Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione annuale 1976, Roma, 1977, pp. 96 e 97. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato il 9 agosto 2021).
  117. Gruppo fermodellistico Tirreno, La sede del gruppo Tirreno, su digilander.libero.it. URL consultato il 18 novembre 2014 (archiviato il 6 ottobre 2014).
  118. Senato della Repubblica, Risposte scritte ad interrogazioni (pervenute dal 16 dicembre 1986 al 2 gennaio 1987) (PDF), su senato.it, 1987, pp. 2495-2498. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato il 30 luglio 2021).
  119. Ente Ferrovie dello Stato (piano schematico, fine anni ottanta).
  120. Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato (planimetria).
  121. Camera dei deputati, Interrogazione a risposta scritta 4/05374 presentata da Evangelisti Fabio (Partito Democratico della Sinistra) in data 1992/09/23, su dati.camera.it, 23 settembre 1992. URL consultato il 1º gennaio 2015 (archiviato il 4 marzo 2016).
  122. Camera dei deputati, Interrogazione a risposta scritta 4/00953 presentata da Canesi Riccardo (PROG.FEDER.) in data 1994/06/01, su storia.camera.it, 1º giugno 1994. URL consultato il 1º gennaio 2015 (archiviato il 21 luglio 2021).
  123. Non risultano già in nel piano schematico TE del 1999.
  124. I relativi deviatoi, 107 e 213, non compaiono nell'istruzione ACEI mentre compaiono nel piano schematico di fine anni ottanta.
  125. Nel quadro luminoso (1998) il binario non risulta più presente quando risultava nel successivo piano schematico TE del 1999 (e in seguito cancellato), indicandone la loro conseguente soppressione.
  126. Camera dei deputati e Senato della Repubblica, XIII Legislatura - Disegni di legge e relazioni - Documenti (PDF), su leg13.camera.it, 1999, p. 28. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato il 30 luglio 2021).
  127. Camera dei deputati e Senato della Repubblica, XIII Legislatura - Disegni di legge e relazioni - Documenti (PDF), su leg13.camera.it, 1999, p. 92. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato il 30 luglio 2021).
  128. Istruzione ACEI, p. 7.
  129. Manuela D'Angelo, Massa Carrara: "Stazione principale o niente più InterCity", su lanazione.it, La Nazione, 31 gennaio 2009. URL consultato il 10 giugno 2021 (archiviato il 21 luglio 2021).
    «L'attuale presidente del consiglio comunale di Massa Marco Andreani ricorda che è dal 1996, anno in cui lui stesso era assessore provinciale alla mobilità, che si discute della stazione principale, senza successo»
  130. Provincia di Massa-Carrara, Stazione unica (PDF), su portale.provincia.ms.it, 2007. URL consultato il 10 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2014).
    «Il PTC della Provincia di Massa-Carrara prevede l’individuazione della Stazione sulla linea ferroviaria Tirrenica che possa assumere ruolo di Stazione Principale, a carattere metropolitano, sulla base di criteri connessi con la dotazione di aree e servizi atti a rispondere a requisiti di integrazione intermodale. Peraltro il PTC non esclude una terza localizzazione, diversa da entrambe le stazioni esistenti sulla linea ferroviaria La Spezia-Pisa, e che per la sua posizione baricentrica non può che definirsi in adiacenza dell'attuale scalo merci di Massa Zona Industriale, al fine di rendere possibile la sosta sul territorio dei treni a lunga percorrenza.»
  131. Confederazione Generale Italiana del Lavoro, CISL Massa-Carrara - Unione Sindacale Territoriale (PDF), su cislmassacarrara.it, luglio 2012, p. 1. URL consultato il 10 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2014).
    «La stazione unica FFSS – forse ormai matura, nel Territorio diviso tra Massa e Carrara, troppo tardi – è di fatto inutile: i ridimensionamenti della ferrovia privilegiano la sosta a La Spezia e Pisa e d'estate a Viareggio.»
  132. Compare in Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato (FV 1958), annessa alla sala "apparato centrale".
  133. Micheloni.
  134. L'impianto al 2008 non risultava ufficialmente interessato da treni merci, da Trenitalia - Divisione Cargo, Catalogo deli impianti serviti da Trenitalia - Divisione Cargo (PDF), su viaggiandoavapore.files.wordpress.com, 2008. URL consultato il 7 luglio 2022.
  135. Circolare Territoriale 15/2012.
  136. Il Tirreno Toscana, Stazione, uniti contro il declassamento, su iltirreno.gelocal.it, 23 luglio 2012. URL consultato il 10 giugno 2021 (archiviato il 21 luglio 2021).
    «Nella premessa, l'ordine del giorno ricorda che Rete Ferroviaria Italiana (RFI) sta attualmente effettuando lavori di smantellamento di tutto il fascio merci della stazione di Avenza e che questi comporteranno a breve il declassamento della stazione a semplice fermata alla stregua di quelle di Luni o di Camaiore.»
  137. Cinzia Carpita, Partiti a Carrara i lavori al ponte ferroviario sul Carrione, su iltirreno.gelocal.it, Il Tirreno, 3 febbraio 2015. URL consultato il 25 maggio 2015 (archiviato il 25 maggio 2015).
    «CARRARA. Le Ferrovie hanno aperto ad Avenza-Nazzano il cantiere dei lavori per la realizzazione della terza campata del ponte a valle dell'Aurelia: l'ultimazione dell'opera è prevista entro la fine di quest'anno.»
  138. Il Tirreno, Ordigno lungo la ferrovia, treni cancellati e in ritardo, su iltirreno.gelocal.it, 20 febbraio 2015. URL consultato il 10 giugno 2021 (archiviato il 21 luglio 2021).
    «CARRARA. È stato rinvenuto vicino alla stazione ferroviaria di Avenza ed è proprio per questo motivo che oggi pomeriggio – venerdì 20 febbraio – lungo la linea Pisa-La Spezia si sono verificati ritardi e soppressioni. Si tratta di un grosso ordigno bellico risalente alla Seconda guerra mondiale che verrà fatto brillare domenica 1º marzo.»
  139. La Nazione, Spunta una bomba: evacuazione per 17 mila persone, su lanazione.it, La Nazione, 20 febbraio 2015. URL consultato il 10 giugno 2021 (archiviato il 4 marzo 2016).
    «Carrara, 20 febbraio 2015 - Trovata una bomba nel Carrione. Come se non bastasse l'alluvione, il torrente torna di nuovo al centro delle cronache e questa volta per un ordigno bellico trovato nel suo letto nei pressi di Avenza. Ieri mattina mentre la ditta delle Ferrovie stava lavorando nell'alveo del fiume per i lavori ai binari del tratto ferroviario da sopraelevare, ha trovato nelle pale della ruspa un pesante oggetto di ferro.»
  140. CEMES, Ristrutturazione e rialzamento marciapiedi in stazione FS di Carrara-Avenza, su cemes-spa.com. URL consultato il 24 ottobre 2021.
  141. Una stazione rinnovata e più accessibile, su quinewsmassacarrara.it, 6 giugno 2018. URL consultato il 6 giugno 2018 (archiviato il 10 giugno 2018).
  142. RFI, Carrara-Avenza: 700 mila euro per l'installazione di due ascensori in stazione, su lagazzettadimassaecarrara.it, 11 ottobre 2016. URL consultato il 10 giugno 2021 (archiviato il 10 giugno 2021).
    «Iniziati oggi nella stazione di Carrara-Avenza i lavori per la realizzazione di due nuove ascensori che consentiranno il collegamento dal sottopasso al primo e secondo marciapiede.»
  143. Comunicato stampa Gruppo FS, Toscana, interventi in 34 stazioni RFI, su ferrovie.it, 1º giugno 2017. URL consultato il 29 luglio 2021 (archiviato il 29 luglio 2021).
  144. Comune di Carrara, Gli interventi alla stazione di Avenza non solo per migliorare l'accessibilità ma anche per avere una struttura più accogliente, su comune.carrara.ms.gov.it, 14 dicembre 2016. URL consultato il 3 maggio 2018 (archiviato il 4 maggio 2018).
  145. Rivoluzione alla stazione ferroviaria di Avenza, su lanazione.it, 12 agosto 2020. URL consultato il 15 agosto 2021.
  146. Pagina di RFI sulla fermata.
  147. Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato (FV 1958).
  148. Trenitalia, Toscana - Servizi, su trenitalia.com. URL consultato il 18 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014).
  149. Nella planimetria itinerari sicuri, la banchina risulta allungata in direzione Pisa con il tronchino dello scalo non più presente.
  150. Salvetti.
  151. Fascicolo Linee 99, sez. 6.1.3, 7.1.3 (fiancate principali), appendice FL 99 (sigle complementari sensi pari e dispari).
  152. Quadro 50 (1970), pp. 165-167, 176-179, 181.
  153. Cristina Purger Lattanzi, Lizzatura & Marmifera, Carrara, Società Editrice Apuana, 1997, p. 126.
  154. Codebò G. (QL).
  155. Piccinato, Majoli, disegno 003b; Piccinato, Majoli, disegno 029b; Piccinato, Majoli, disegno 030b; Piccinato, Majoli, disegno 031; Piccinato, Majoli, disegno 032b; Piccinato, Majoli, disegno 038b; Piccinato, Majoli, disegno 039b; Piccinato, Majoli, disegno 059b.
  156. Piccinato, Consoli, disegno 001; Piccinato, Consoli, disegno 005.
  157. Istruzione ACEI, p. 6.
  158. Planimetria itinerari sicuri.
  159. Istruzione ACEI, pp. 12 e 13.
  160. Cabina B interno (1951).
  161. Fascicolo Linee 99 (2007), pp. 35, 64-65 e 88-89.
  162. Secondo l'istruzione ACEI, p. 8, tale segnale venne installato negli anni novanta per adeguare i binari 4, 5 e 6 all'allora modulo standard dei 600 m, insieme ai tre segnali intermedi. Nel precedente sistema ACE, come mostra il QL della cabina B, tale segnale era in realtà già presente in posizione più arretrata e comune ai soli binari 5 e 6, con l'autorizzazione alla partenza fornita dal segnalamento di manovra.
  163. Istruzione ACEI, pp. 27-29.
  164. Istruzione ACEI, p. 21.
  165. Istruzione ACEI, p. 13.
  166. Istruzione ACEI, pp. 14-15.
  167. Carlo Coda (a cura di), I nuovi lavori. La rifornitura accelerata dell'acqua alle locomotive dei treni, sulle linee del Compartimento di Firenze delle Ferrovie dello Stato, su L'Ingegneria Ferroviaria, google.it, Roma, 1º gennaio 1907, pp. 82, 95. URL consultato il 24 gennaio 2022.
  168. Piano schematico TE (1999).
  169. Piano schematico TE (2010).
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  176. Canali, p. 62.
  177. Compare in Piccinato, Majoli, disegno 028 (cartina anni '20) come "segheria Faggioni".
  178. QL Apuania Carrara (Cabina B).
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  186. Cabina A (1951).
  187. In Armadi relé cabina B (1951) uno degli armadi dedicati per la cabina B.
  188. Conformazione del banco desunta dalla lettura del quadro luminoso e del banco di manovra all'interno della cabina, data la scarsità di documenti a riguardo.
  189. Ente Ferrovie dello Stato (BM).
  190. Istruzione ACEI, pp. 8-9.
  191. Istruzione ACEI, p. 9.
  192. Risultato da ricerca in Rete Ferroviaria Italiana - Direzione Commerciale, Stazioni, su rfi.it. URL consultato il 25 giugno 2022.: Stazione: Carrara-Avenza; Indirizzo: via Petacchi n. 2; Comune: Carrara; Provincia: Massa-Carrara; Classificazione: silver.
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  260. Ministero dell'industria e commercio, Servizi delle miniere e Corpo delle miniere, Relazione sul servizio minerario e statistica delle industrie estrattive in Italia nell'anno 1943, su google.it, n. 69, Roma, 1948, pp. 491 (quadro IV), 493 (quadro VI), 494 (quadro VIII). URL consultato il 13 febbraio 2022.
  261. Atti del XIX congresso geografico italiano, su google.it, 1965, p. 513. URL consultato il 16 febbraio 2022.
  262. Camera dei deputati, Interrogazione a risposta in commissione 5/01077 presentata da Canesi Riccardo (PROG.FEDER.) in data 1995/04/26, su dati.camera.it, 26 aprile 1995. URL consultato il 1º novembre 2022.
    «[...] la riapertura e il potenziamento di alcuni stabilimenti (Cementificio CASA, IMEG, Ferroleghe) nella zona di Carrara-Avenza fanno supporre che, tra breve, possa essere riabilitata al trasporto a carro completo anche tale stazione, dotata, tra l'altro, di un ottimo fascio merci e di un moderno impianto centralizzato»
  263. Camera dei deputati, Interrogazione a risposta in commissione 5/01077 presentata da Canesi Riccardo (PROG.FEDER.) in data 1995/02/08, su dati.camera.it, 26 aprile 1995. URL consultato il 1º novembre 2022.
    «[...] dal suddetto monitoraggio risulta che a Carrara-Avenza vi sono quattro vagoni»
  264. Ministero dei lavori pubblici e Direzione Generale delle Strade Ferrate, Relazione statistica sulle costruzioni e sull'esercizio delle strade ferrate italiane per l'anno 1881, su trenidicarta.it, 1882, p. 462. URL consultato il 7 luglio 2021 (archiviato il 9 luglio 2021).
  265. Atti del parlamento italiano. Sessione 1882-83-84-85, su google.it, vol. 11, Roma, dal 15 gennaio al 13 febbraio 1885, p. 11494. URL consultato il 25 giugno 2022.
  266. Canali, pp. 34-35.
  267. Regione Toscana, Ferrovie, su regione.toscana.it, novembre 2012. URL consultato il 29 settembre 2021.
  268. Rete Ferroviaria Italiana - Direzione Commerciale, Le stazioni oggi in: Toscana, su rfi.it, 31 dicembre 2013. URL consultato il 18 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2015).
  269. Francesco Cannas, Passato in costruzione. La memoria edifica il presente, su google.it, Youcanprint, 2017, ISBN 9788827808443. URL consultato il 28 dicembre 2021.

Annotazioni


  1. Vedi sezione dedicata.
  2. Vedi sezione dedicata.
  3. Il "disco girevole di protezione" aveva funzione analoga ai segnali luminosi di protezione (semaforici e a vela), da: Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, Regolamento sui Segnali, su trenidicarta.it, ed. 1922, Roma, 1922, pp. 88 e 89, art. 50 e 51 "Dischi girevoli e loro significato", pp. 96-98, art. 56 "Protezione e segnalamento delle stazioni". URL consultato il 9 agosto 2021.
  4. DLF, Avenza, su tripadvisor.it. URL consultato il 13 gennaio 2022.
  5. Lunghezza dei circuiti di stazionamento per i binari centralizzati, distanza tra le traverse limite di stazionamento nei binari secondari.
  6. Lunghezza complessiva dei circuiti 22, 23 e 24 (tra il segnale "H" e il deviatoio 17a, PL compreso).
  7. Distanza presa tra il segnale "H" (lato La Spezia) e la traversa limite di stazionamento tra i binari 1 e 1p (lato Pisa, vedi piano schematico).
  8. Distanza presa tra i segnali di partenza "E" (lato La Spezia) e "O" (vedi piano schematico).
  9. Distanza presa tra i segnali di partenza "F" (lato La Spezia) e segnale "N" (lato Pisa, vedi piano schematico).
  10. Distanza presa tra i segnali di partenza "G" (lato La Spezia) e segnale "M" (lato Pisa, vedi piano schematico).
  11. Per comunicazione s'intende una coppia di deviatoi posti su due binari attigui paralleli, collegati tra loro in modo da consentire il passaggio dall'uno all'altro binario, la posizione di parallelismo corrisponde alla disposizione per il corretto tracciato dei due deviatoi, da: Rete Ferroviaria Italiana - Direzione Tecnica, Istruzione per il Servizio dei Deviatori in uso sull'Infrastruttura Ferroviaria Nazionale, su epodweb.rfi.it, emesso il 30 luglio 2019, p. 54, art. 7 comma 8. URL consultato il 10 agosto 2021.
  12. Indicatore luminoso recante la lettera "T", normalmente spenta. Quando questa è accesa il macchinista deve recarsi al telefono per ricevere istruzioni dal regolatore della circolazione, da: Rete Ferroviaria Italiana - Direzione Tecnica, Regolamento sui Segnali in uso sull'Infrastruttura Ferroviaria Nazionale, su epodweb.rfi.it, emesso il 30 gennaio 2018, p. 179, allegato 1 punto 2. URL consultato il 14 agosto 2021.
  13. Dall'1 al 99 sono indicati i deviatoi centralizzati con cassa di manovra elettrica, dal 101 al 199 quelli a mano dotati di fermadeviatoio elettrico, dal 201 in poi deviatoi liberi o dotati di fermascambio a chiave, dal 1001 in poi le intersezioni (sui quadri luminosi). Nelle comunicazioni doppie la coppia di deviatoi è indicata con numero unico e con "a" e "b" rispettivamente il deviatoio più vicino dall'ufficio movimento e quello più lontano.
  14. Acronimo di Ferrovia Marmifera Carrara, utilizzato per identificare la Società per la Ferrovia Marmifera Privata di Carrara.
  15. Fino agli anni cinquanta detti anche "treni di lusso".
  16. Identificati in orario con le sigle "Acc" o "A". Se effettuati con materiale leggero venivano riportati con le sigle "AT" (automotrici) o "ET" (elettromotrici).
  17. È indicata la somma dei treni da Genova a Pisa (dispari) a sinistra e viceversa (pari) a destra.
  18. Dal 1915 i dati per le esportazioni verso l'estero risultano conteggiate non più per località di servizio ma per regione.

Bibliografia



Fonti FS / RFI


Piani schematici e planimetrie di piazzale


Fonti FMC



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Carrara-Avenza
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[en] Carrara-Avenza railway station

Carrara-Avenza railway station, also known simply as Carrara or Avenza, is a railway station of the city of Carrara, Italy. It is located on the Genova-Pisa line. It is the only station serving the Tuscan city, after the closure of Carrara San Martino in 1969.
- [it] Stazione di Carrara-Avenza



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