Manzoni è una fermata della linea A della metropolitana di Roma, inaugurata il 16 gennaio 1980.
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La stazione si trova sotto l'incrocio di viale Manzoni e via Emanuele Filiberto nel rione Esquilino.
La stazione di Manzoni fu costruita come parte della prima tratta (da Anagnina a Ottaviano) della linea A della metropolitana[1], entrata in servizio il 16 febbraio 1980[2].
La stazione venne chiusa per lavori di ristrutturazione nel mese di gennaio del 2006: i treni passavano senza fermarsi[3]. I lavori riguardarono interventi di sostituzione delle scale mobili, ammodernamento degli impianti elettrici, di sicurezza e comunicazione; furono realizzati ascensori per consentire l'accesso ai portatori di disabilità, percorsi e segnaletica in braille per non vedenti ed ipovedenti, servizi igienici e un nuovo sistema informativo. Inizialmente i lavori avrebbero dovuto concludersi entro dicembre 2006, ma il ritrovamento di importanti reperti archeologici determinarono lo slittamento della riapertura rispetto alla data prevista inizialmente di quasi un anno, infatti la fermata venne riaperta al pubblico l'8 ottobre 2007[3]. Al termine della ristrutturazione venne modificato anche il nome aggiungendo l'indicazione "Museo della Liberazione"[3].
La stazione di Manzoni è una stazione sotterranea a due binari, che in tale tratto corrono in due distinte gallerie, serviti da due banchine centrali. Il piano binari, scavato a foro cieco, è collegato al mezzanino superficiale, scavato a cielo aperto, attraverso rampe di scale e scale mobili[4].
La ristrutturazione operata tra il 2006 e il 2007 comprese una profonda rivisitazione del design della stazione, discostandosi totalmente da quello adottato fino ad allora nelle altre stazioni della linea A (seppur con alcune varianti) introducendo pannelli bianchi lungo le pareti dell'atrio e delle banchine, nuove insegne verticali nei pressi degli ingressi al livello stradale e adottando uno stile grafico compatto e moderno per quanto riguarda le indicazioni e il nome della stazione. Tale stile fu adottato sulla stessa linea – seppur non in modo fedele – durante le ristrutturazioni delle stazioni Termini, Lepanto e Ottaviano.
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