La stazione di Milano Porta Vittoria era una stazione ferroviaria di Milano.
Milano Porta Vittoria stazione ferroviaria | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Località | Milano |
Coordinate | 45°27′36.72″N 9°13′04.01″E |
Storia | |
Stato attuale | Demolita |
Attivazione | 1911 |
Soppressione | 2004 |
Caratteristiche | |
Tipo | Stazione in superficie, di testa |
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Il piano di riordino ferroviario di Milano, varato all'indomani della costituzione delle FS nel 1905, e di cui l'opera maggiore era la costruzione della nuova stazione centrale, previde l'edificazione di una stazione per le merci a grande velocità presso Porta Vittoria, nei dintorni del nuovo mercato ortofrutticolo, che sorgeva sul sito ove poi venne ricavato parco Formentano.
I lavori, iniziati nel 1908, prevedevano la realizzazione di un grande fabbricato da adibire a uffici[1] e di due magazzini al lato del fascio binari[2]. La stazione avrebbe dovuto essere collegata alla nuova cintura ferroviaria, in direzione degli scali di Rogoredo e Lambrate, ma poiché i lavori per l'attivazione di questo collegamento procedevano a rilento, si decise di allacciarla provvisoriamente alla vecchia cintura.
La stazione fu attivata il 16 marzo 1911, dando "respiro" all'affollato scalo di Porta Romana; in seguito venne allacciata alla nuova cintura il 12 marzo 1918. Dopo la seconda guerra mondiale fu utilizzata anche per il servizio passeggeri locale diretto verso meridione (treni da e per Piacenza e Voghera), previa edificazione di un piccolo fabbricato viaggiatori all'angolo tra viale Umbria e via Giovanni Cena.[3][4]
Il traffico passeggeri venne soppresso nel 1984;[5] la stazione rimase servita da alcuni treni merci ed espressi con auto al seguito, fino alla sua completa dismissione nel 1991.[6] La stazione venne formalmente soppressa il 12 dicembre 2004, all'atto dell'attivazione della nuova stazione di Milano Porta Vittoria, sotterranea e posta sul passante ferroviario, che era situata alcune centinaia di metri più ad est del vecchio scalo, a Calvairate.[7]
I fabbricati furono demoliti nella prima metà degli anni 2000; sull'area è in progetto la costruzione della Biblioteca europea di informazione e cultura (BEIC), il cui termine è previsto per il 2026.[8][9]
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