Vennero costruiti sulla base del progetto, su licenza della fabbrica tedesca Breuer, che aveva dato luogo alla precedente serie di "sogliole" 207-208 a partire dal 1945, cui fece seguito tra il 1949 e il 1951 la serie più "grande" e ultima del gruppo 211.
Il nomignolo di "sogliola" venne loro conservato, come nelle precedenti serie, a causa della loro forma tipica: la cabina di manovra, unica e centrale che, stretta e verticale, era atta a occupare pochissimo spazio, come del resto tutto il rotabile.
Come per le precedenti serie 207-208 i rotabili erano destinati alle manovre nei piccoli scali ferroviari, nei depositi, nei raccordi civili e militari.
Caratteristiche
Prodotti in numero di 24 unità gli automotori della serie 210 hanno prestato servizio nelle Ferrovie dello Stato fino alla fine degli anni ottanta e sono stati dismessi tra il 1980 e il 1989.
La motorizzazione a benzina o a nafta fu ancora della Fiat con vari tipi di propulsore Fiat 366 da 77 kW con sei cilindri in linea. La trasmissione del moto era a catena di trasmissione e corona dentata con cambio a quattro velocità più quattro ridotte. Il carrello era a ruote piccole da 500 mm a due assi motori. Il tutto permetteva una velocità massima molto modesta di 40 km/h ma ciò era del tutto sufficiente allo scopo per cui il mezzo era stato costruito.
Gli automotori 210 e i successivi 211 avevano dimensioni e peso maggiori delle serie precedenti e questo ha sortito l'aggiornamento del soprannome da "sogliola" a "sogliolone".
Automotori conservati
L'automotore 211.063 è conservato in efficienza a cura dell'Associazione amatoriale Adriavapore.
Un "sogliolone" immatricolato come L.914 ex ferrovia Casalecchio – Vignola, è stato restaurato da parte di SVF nella Rimessa Locomotive di Primolano, dal 2017 al 2019 ed oggi è perfettamente funzionante.
Presso il raccordo portuale dismesso di Torre Annunziata sono presenti, ormai semidistrutti dall'incuria e dall'abbandono, due "soglioloni" immatricolati 210.012 e 211.066[1].
Nel 1995 fu intrapreso da parte del deposito locomotive di Firenze Romito il restauro per conservazione storica dell'automotore 210.006, ultimo rimasto del suo gruppo[2]. Alla conclusione del restauro l'automotore è stato inserito nel parco storico FS/Trenitalia[3].
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