La stazione di Jerzu era una stazione ferroviaria al servizio dell'omonimo comune (ma compresa nel territorio comunale di Ulassai), capolinea della dismessa ferrovia per Gairo.
Jerzu stazione ferroviaria | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Località | Ulassai |
Coordinate | 39°48′14.4″N 9°30′44.75″E |
Linee | Gairo Taquisara-Jerzu † |
Storia | |
Stato attuale | dismessa |
Attivazione | 1893 |
Soppressione | 1956 |
Caratteristiche | |
Tipo | stazione ferroviaria terminale in superficie |
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La stazione fu realizzata a fine Ottocento in contemporanea alla ferrovia di cui sarebbe stata lo scalo terminale, a circa quattro chilometri a nord dell'abitato di Jerzu[1] ed in particolare nacque in seguito a varie iniziative degli abitanti locali che già negli anni settanta di quel secolo chiedevano di essere collegati tramite strada ferrata al resto della Sardegna[2][3]. I lavori di costruzione della stazione furono infine eseguiti per conto della Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna, concessionaria della ferrovia e primo gestore dell'impianto, e lo scalo venne attivato insieme alla linea per Gairo il 16 novembre 1893[4][5].
Da allora lo scalo servì il centro di Jerzu, la cui distanza dall'impianto portò tuttavia a pensare ad un'estensione della ferrovia dalla stazione verso il paese[6] (che sarebbe stato dotato di un altro impianto) e Perdasdefogu, proposta che benché successivamente rientrante nel programma di nuove linee ferroviarie in Sardegna del 1926[6] non venne mai attuata. Passato alla gestione delle Ferrovie Complementari della Sardegna nel 1921 l'impianto restò quindi attivo come scalo di riferimento del centro ogliastrino sino alla chiusura della Gairo-Jerzu, datata 1º novembre 1956[7]. Con la sostituzione delle relazioni ferroviarie con analogo servizio di autolinee la stazione fu dismessa e disarmata. Dopo anni di abbandono[8] l'area e gli edifici in essa compresi sono stati ristrutturati dal comune di Ulassai e trasformati nel museo Stazione dell'arte, dedicato principalmente all'artista ulassese Maria Lai[8].
L'impianto, che dopo la chiusura della ferrovia è stato disarmato, era la stazione terminale della linea e per questo di tipo tronco[8]. Dal punto di vista infrastrutturale comprendeva una rimessa locomotive, posta all'altezza dell'asse estremo della stazione[8], un rifornitore a cisterna metallica[8] (non più esistente) ed uno scalo merci, dotato di piano caricatore e magazzino merci[8].
I servizi ai viaggiatori e la Dirigenza Locale erano ospitati in un fabbricato viaggiatori a due piani con tetto a falde, avente pianta rettangolare e quattro accessi sul lato binari[8]. Un ulteriore edificio ospitava le ritirate[8], inoltre a ridosso del passaggio a livello con la SP 11 (che delimitava l'area della stazione) era situata una casa cantoniera[8] che, come tutti gli edifici dell'impianto, è stata ristrutturata a inizio anni duemila per la destinazione ad area museale.
Sino alla chiusura del 1956 la stazione era servita dai treni delle SFSS (sino al 1921) e successivamente delle FCS, ed era interessata sia al traffico viaggiatori che a quello merci.
Il fabbricato viaggiatori ospitava, negli anni in cui la stazione fu attiva, una sala d'aspetto ed una biglietteria a sportello. Presenti nell'impianto anche i servizi igienici, ubicati in una costruzione ad hoc.
Altri progetti
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