La stazione di Fornello era una fermata ferroviaria a servizio del paese di Fornello, anch'esso disabitato, in provincia di Firenze. È posta sulla ferrovia Faentina nella zona tra due lunghe gallerie.
Fornello stazione ferroviaria | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Località | provincia di Firenze |
Coordinate | 44°00′19.44″N 11°29′22.56″E |
Linee | ferrovia Faentina |
Storia | |
Stato attuale | Dismessa |
Attivazione | 1893 |
Soppressione | 1968 |
Caratteristiche | |
Tipo | Fermata in superficie, passante |
Binari | 1 |
Dintorni | Vicchio |
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Il piccolo borgo di origine ferroviaria, abitato nel passato da poche persone e poi disabitato, è da sempre stato isolato e difficilmente raggiungibili, per cui il treno è sempre stata la via più comoda per raggiungere il piccolo paese[1].
La fermata venne aperta inizialmente come impianto di servizio e dopo il 1893 al servizio viaggiatori[2]. Venne dismessa nel 1968[3].
La fermata disponeva di un fabbricato viaggiatori, di un altro edificio posto alla sua destra che servì anche da scuola elementare, di una torre dell'acqua e di due banchine che servivano i due binari dell'impianto, qui infatti veniva sganciata la seconda locomotiva di rinforzo utilizzata nella forte rampa in salita da Borgo San Lorenzo. Vi era per queste locomotive anche un binario tronco parzialmente in una breve galleria parallela a quella di Raccozzamuccione. Dopo la dismissione l'impianto è stato ridotto all'unico binario di corsa della linea mentre gli edifici sono stati murati.
Nei pressi del piccolo impianto vi era anche una ferrovia decauville industriale[4] lunga 1,5 chilometri, servita in passato per fornire il pietrisco per la massicciata necessario per costruire la linea ferroviaria. Venne dismessa negli anni quaranta[5]. Di questa piccola ferrovia ne rimane ancora qualcosa: due grossi frantumatori con i relativi volani, i binari, immersi per lo più nella vegetazione, e i vagoncini usati per trasportare il materiale[1][5]. In questa stazione è ambientato il romanzo "Il bambino del Treno" di Paolo Casadio, che narra le vicende della famiglia Tini e del piccolo Romeo, ivi nato nel settembre 1935. Sebbene la trama e i personaggi del libro siano frutto di fantasia, tutti i riferimenti inerenti alla stazione e alla valle del Muccione sono reali. Non è viceversa documentato, anche se assai probabile considerati i bombardamenti pressoché quotidiani della linea Direttissima, l'utilizzo della ferrovia per i trasporti di deportati diretti al campo di smistamento di Fossoli e poi in Austria e Germania.
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