La stazione di Cortina d'Ampezzo sorgeva[1] lungo la ferrovia delle Dolomiti, di cui rappresentava la principale e più celebre località intermedia, servendo il comune di Cortina d'Ampezzo. Inaugurata nel 1921, venne chiusa il 17 maggio 1964. Si trovava ad una altitudine di 1236 metri[2].
Cortina d'Ampezzo stazione ferroviaria | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Località | Cortina d'Ampezzo |
Coordinate | 46°32′21.27″N 12°08′16.6″E |
Linee | ferrovia delle Dolomiti |
Storia | |
Stato attuale | Dismessa |
Attivazione | 1921 |
Soppressione | 1964 |
Caratteristiche | |
Tipo | stazione in superficie, passante |
Binari | 8 |
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Nel 1915 lo scoppio della Grande Guerra portò i soldati austriaci a realizzare una ferrovia "da campo" (in tedesco: Feldbahn) a scartamento ridotto per il trasporto di munizioni e provviste fra Dobbiaco e Landro. Finita la guerra, la linea rimase in completo abbandono fino alla primavera del 1919, quando il genio militare italiano intervenne per prolungare la ferrovia fino a Calalzo, completandola nel 1920 previo cambio di scartamento da 750 a 950 mm nelle tratte costruite dagli austriaci[3], utilizzando fra l'altro materiali posti in opera sulla tranvia Udine-San Daniele, prima che fosse decisa la riapertura di quest'ultima[4].
La linea venne attivata il 15 giugno del 1921 e restò sotto la direzione militare fino al 1º gennaio 1923, quando l'esercizio fu affidato al Regio Circolo Ferroviario di Bolzano.
Nell'estate del 1924 il Ministero dei Lavori Pubblici affidò la concessione per l'esercizio della linea, della durata di 35 anni, alla Società Ferrovie delle Dolomiti (SFD), consociata alla Società Veneta[5].
Il 1 luglio 1929 fu inaugurata la trazione elettrica, che diede forte impulso al traffico ferroviario fino a tutta la seconda guerra mondiale.
Nel secondo dopoguerra, pur in un clima non favorevole al trasporto ferroviario anche a causa della nascente motorizzazione privata, a motivo della notorietà delle località attraversate la ferrovia delle Dolomiti assurse più volte agli onori cinematografici, comparendo in alcune sequenze dei film Il conte Max del 1957, Vacanze d'inverno del 1959 e La pantera rosa del 1963.
Anche a seguito di un incidente avvenuto ad Acquabona l'11 marzo 1960, dal 3 dicembre 1961 si decise di collegare Dobbiaco con Cortina con un servizio di autobus; il servizio ferroviario fu parzialmente ripreso il 30 dello stesso mese, per cessare definitivamente su tale tratta il 23 marzo 1962; la stazione di Cortina assunse da allora il ruolo di capolinea settentrionale fino al 17 maggio 1964, giorno della definitiva soppressione della linea.
Il tracciato della ferrovia fra Dobbiaco e Cortina venne in seguito riutilizzato come percorso di sci da fondo in inverno e pista ciclabile in estate. L'ex sedime è stato trasformato in un deposito delle corriere e i fabbricati di stazione adibiti ad altri usi.
La stazione era dotata da un fabbricato viaggiatori, otto binari passanti, un magazzino merci, due depositi locomotive e una sottostazione elettrica.
Altri progetti
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